17 ago 2017

Ladakh - Kashmir in moto .... Per molti, non per tutti

La polvere di questo viaggio è ancora presente in qualsivoglia interstizio delle nostre giacche, dei pantaloni ed, ancor più, nelle pieghe della nostra pelle.
Ma questo accade ogni qualvolta si rientra da luoghi dove la natura prepondera.
A breve, fra qualche doccia, la polvere svanirà scivolando via insieme all'acqua della doccia.
Ciò che resterà invece, attaccato indelebilmente, sarà il ricordo ai questi luoghi e le difficoltà richieste da esso per superarlo.
Manali, 17 Agosto 2017, ore 13.30 di questo mondo indiano non poi così distante da casa nostra ma così profondamente diverso.
Il verde di un prato nascosto dietro la siepe che separa l'hotel dalla strada ci dá respiro e quiete.
Siamo rientrati da poco dal restituire Himma, la nostra moto presa a noleggio 15 giorni or sono.
L'abbiamo lasciata al suo legittimo proprietario, abbiamo rimosso il peso dei nostri bagagli da essa, per l'ultima volta ci siamo girati ad osservarla ed in qualche misura.....ringraziarla.
Grazie a lei, anche grazie a lei, questo sogno si è tramutato in viaggio ed ora in ricordo.
Quel ricordo che neppure mille docce rimuoveranno, quel ricordo che alla fine è lo scopo del viaggio.
Siamo stanchi, davvero tanto.
Se torniamo indietro, riavvolgendo il nastro dei ricordi, quel giorno quando partimmo da dove ora siamo, sotto la pioggia monsonica, salendo verso il primo passo oltre i 4000 metri che già sembrava alto, se ripenso a quel giorno mi sembra siano trascorsi mesi, in relata solo due settimane.
Dipenderà forse dal fatto che le mille immagini di questo viaggio hanno talvolta saturato la mia memoria come fosse la scheda di una fotocamera. Dipenderà dalla durezza del luogo, il quale rende ogni tappa, anche se corta, una piccola impresa.
Queste imprese, che per noi diventano tali quando alla sera collassi su di un letto e prima di spegnere il cervello ripensi, sono semplici giorni, come gli altri 364 dell'anno, ma talmente differenti fra loro, mai uguali, mai facili tanto da essere unici.
Abbiamo navigato su questo pianeta per anni, sempre in moto e sempre cercando esperienze che arricchiscano il nostro modo di vedere il mondo con occhi più grandi e senza paraocchi.
Quest'anno abbiamo navigato sulle strade del Ladakh e del Kashmir, incrociando sapori, odori, immagini, fatiche e paure differenti.
Due aree geografiche vicine fra loro ma che, ai nostri occhi, paiono far parte di due mondi differenti.
Il primo, per morfologia, per strade, per montagne, per passi altissimi, per persone e religione....ha rappresentato per noi un ambiente che, sin da subito, ha trasmesso pace interiore e serenità.
Il secondo, credo per le stesse ragioni, ci ha messo nelle condizioni di allerta costante, con un gran senso di solitudine e vulnerabilità.
Viaggiare verso posti nuovi, non significa sempre andare incontro a situazioni pronosticabili, anzi.
Viaggiare verso mete sconosciute spesso significa partire da casa con poche cose ma senza dimenticare la più importante, la capacità di adattamento.
Non troverai sempre un luogo pulito ed ospitale da utilizzare come rifugio la notte.
Non percorrerai sempre strade prive di pericoli.
Non ti imbatterai spesso in persone pronte ad aiutarti e magari, alcune di esse, apparentemente sembreranno ostili.
Ecco perché conta la tua forza di volontà e la capacità di adattarsi, di riconoscere sempre un bicchiere mezzo pieno anche quando tutto, proprio tutto, pare vuoto.
E poi noi, quei tipini occidentali dalla perenne puzza sotto il naso.
Quei finti " bontoniani " che crediamo sempre di essere i padroni delle buone maniere e del corretto stile di vita, si proprio noi, talvolta ci imbattiamo in culture talmente differenti dalla nostra da farci sentire catapultati in altre ere.
E così, mano a mano che i km passano sotto le ruote di Himma lasciando piaghe dolorose ed evidenti sulle nostre chiappe più abituate ai lisci asfalti " bontoniani " che ai selvaggi sterrati del nord dell'India, spostiamo i nostri corpi e le nostre menti versi luoghi lontani, verso culture e modi di fare altrettanto lontani.
Così è, sulla strada di un mondo che cambia anche solo dietro una curva.
Così è e nulla puoi fare salvo adattarti e cercare il bello nell'apparentemente brutto ed il facile nel tremendamente difficile.
Oh certo ....talvolta non è facile per noi che ci laviamo i denti con l'acqua della bottiglia al posto dell'acqua del rubinetto oppure usiamo l'amuchina per disinfettarci le mani prima di cenare, scoprire di essere così diverso e forse, proprio grazie all'amuchina, così vulnerabile.
Magari e ancor più difficile rendersene conto se lo vivi dentro al documentario che la vita in questi luoghi ti porta a fare.
Così capita che per esempio, mentre parli con un indiano per chiedere una informazione, questi ....con aria assolutamente tranquilla e trasparente, ti rutti in faccia.
Il rutto, atto naturalissimo e segno anche in altre culture di apprezzamento, magari avviene dopo un lauto pranzo a base di Naan all'aglio inzuppato in Daal piccantissimo il tutto debitamente intinto in salsa all'aglio e coriandolo.
I fumi ed i vapori sprigionati farebbero socchiudere gli occhi e storcere, come minimo, il naso anche ad un facocero......ma tu non puoi e così mentre ti penti di aver chiesto indicazioni all'indiano digerente, ascolti il tuo nuovo amico lasciando che i lacrimoni generati dai vapori ti solchino il viso creando rivoli di polvere umida su di esso.
Tutto appare diverso e tutto deve essere interpretato.
La guida in India ad esempio è frutto, forse, di una cultura tramandatasi nei secoli, passando da chi si spostava a piedi, per poi passare a mezzi di trasporto animale come cavalli o asini.
Il tutto, leggermente ma neppure tanto, adattato ai veicoli moderni, come le auto, i camion o le moto.
Ti trovi quindi scaraventato, dopo poche ore di aereo, in un ambiente del tutto nuovo nel quale tu, " bontoniano " con la regola del dare precedenza a destra, rischi di essere considerato meno della vacca accrogiolata in mezzo alla strada.
Scopri per esempio, dopo 10 minuti di attesa per immetterti su una una strada, che il clacson è l'unico mezzo che hai per farti notare. Sembra quasi che nessun Indiano ti noti, pare che siano tutti ciechi e che l'unico senso funzionante sia l'udito.
Ecco allora che magicamente ti notano, una mano spunta da un finestrino, e con un gesto tanto lento quanto importante, ti fa segno di passare.
Prima regola imparata, la precedenza ce l'ha chi suona il clacson !!
Dopodiché ti immetti in strada e, rammentando che in India si guida a sinistra come in Inghilterra, presti attenzione alle frecce dei mezzi che ti precedono.
Un auto davanti a te ad un tratto accende la freccia a destra.
Dovrà girare, penso io, quindi rallento e attendo che svolti.
Minuti interminabili di attesa fino a quando una mano, la solita mano dal finestrino si agita indicandomi " passa rincoglionito ".
Seconda regola imparata, la freccia a destra significa: puoi superarmi, ma ......indicherebbe anche devo girare...... Dipende se una mano agitata dal finestrino in forma veloce vi farà sentire dei rincoglioniti, oppure un dito solo indicherà la direzione che il tipo alla guida vuole prendere.
Si impara tanto viaggiando, alcune volte ti senti rincoglionito, ma alla fine constati con piacere di aver appreso qualcosa in più.
Così come i sorpassi.....
Sorpassare, a destra ovviamente, non è per noi molto naturale.
Quindi la manovra avviene spesso in modo non proprio fluido.
Se poi questo lo si vuole fare su strade sterrate, appiccicate a pareti di roccia, a più di 5000 metri di altitudine e con un motore di soli 24 cavalli......il tutto diventa una piccola impresa.
Il sorpasso avviene solo dopo: aver ripetutamente suonato il clacson ( i mezzi pubblici, tutti, hanno una scritta posta sulla parte posteriore che cita " please blow horn " ....ovvero l'invito a suonare il clacson ), aver atteso che il mezzo che ti precede accenda la freccia a destra e, cosa più importante, la mano agitata in segno di " passa rincoglionito". 
A quel punto, entrando in apnea, scali una marcia ( su Himma generalmente passavo dalla seconda marcia alla prima ) ti appendi al manubrio e inizi la manovra.
Nel caso in cui, durante il sorpasso che generalmente avviene in una nube di polvere e gas di scarico talmente densi da rendere invisibile il tuo prossimo futuro, notassi che la mano fuori dal finestrino cambia leggermente modo di essere agitata......ecco allora appenditi ai freni, rientra al tuo posto immediatamente perché da lì a poco, dalla cortina fumogena generata dal mezzo davanti a te sopraggiungerà un altro mezzo in senso contrario e......non vedendoti ma sopratutto non avendo tu suonato il clacson, non frenerà.....
Ho parlato di sapori, odori e sensazioni.
Anche questi ti pervadono mentre guidi, non ti abbandonano mai e non sempre sono facilmente decifrabili.
Sulle strade i " profumi " si mischiano fra loro, l'aglio è preponderante così  come il coriandolo.
Altri mille si sommano ad essi e creano quella sensazione di India, la stessa che provai quel giorno a casa sollevando il tappo di un barattolo di mix di spezie indiane.
Queste però non sono solo spezie.
Le auto hanno bisogno di benzina per muoversi ed emettono gas di scarico.
Gli esseri umani e gli animali hanno bisogno di cibo per muoversi ed emettono .....cacca.
Quindi unitamente al l'aglio, al coriandolo, il mix di "profumi" include anche gli scarichi i quali non sono come da noi " bontoniani " nascosti e celati nel sottosuolo bensì fanno parte del mondo di sopra.
Tutto è naturale e normale in questi luoghi.
Così capita che, mentre stai dando fondo alle tue energie durante il sorpasso di una corriera dentro la quale sono stipate decine di persone e....sul tetto della quale altre decine cercano di restare aggrappate con tutte le loro forze, un po' di sollievo dal sole caldo ti giunga sentendo sul tu viso l'aria che si raffredda contro delle gocce d'acqua.
Sollevi il capo per capire se fosse pioggia ma non scorgi nuvole.
Allora ti rifugi nel tuo modo di vedere le cose e ti appelli al bicchiere mezzo pieno....sarà stato un insetto che, sfracellandosi sul viso ha rilasciato il suo contenuto ( capita spesso in moto ).
Poi, qualche km dopo, arresti la moto per consentire a Gisella di fare qualche foto senza il rischio di essere catapultata lontano dai continui sobbalzi.
La corriera ti raggiunge e ti supera con il loro carico di anime.
Tu riparti e dopo poco ti ritrovi a dover rieseguire la piccola impresa del sorpasso, quindi ti avvicini, suoni, attendi la freccia e la mano e quando sei prossimo a lanciarti noti come, sia dai finestrini sia dal tetto, un continuo ed incessante schizzo di sputi densi e lunghi tagli l'aria sino a cadere in terra creando, insieme alla polvere sottile come il talco, delle polpettine di saliva.
Ripensi a quella sensazione di fresco avvertita poco prima durante il precedente sorpasso e comprendi che, seppure l'idea delle budella di insetto non fosse la più bella, ora ti piacerebbe fosse vero.
Quindi ? Nulla, chiudi la bocca, respiri con il naso, scali la marcia e sorpassi.
Lo sputo, come il rutto, è natura da queste parti.
Un po' meno lo è beccarselo in faccia forse, ma questo solo solo per i bontoniani come me....
Ci si abitua, come sempre è solo questione di tempo e scaltrezza.
Ci si abitua a prendere in mano un bicchiere e faticare quasi a staccare le labbra dal collarino di esso.
Ci si abitua ad assaporare i loro piatti ( squisiti ) ma lavati nel rigolo d'acqua che transita davanti al locale, la stessa acqua dove ci si lava, la stessa che funge da vita per mille cose e animali.
Gli animali, anche loro si sono adattati a questo ambiente.
Dormono di giorno, in quanto il traffico impazzito non gli consentirebbe di muoversi, e si svegliano di notte.
Unica differenza va fatta per le mucche, le quali in quanto sacre, possono fare ciò che vogliono.
Il traffico si immobilizza se ve ne è una in mezzo la strada, le auto, i camion ed ogni mezzo le evitano mentre " pascolano" nelle immondizie dei centri urbani.
Si muovono lentamente e, poco a poco, stanno sviluppando attitudini alla vita in India.
Come ogni essere animale il quale, nei secoli, ha sviluppato caratteristiche per sopravvivere in determinati ambienti, anche le mucche indiane stanno cambiando e sono pronto a scommetterci, fra meno di un secolo.....avranno il clacson !!
Ritornare a Manali, punto dal quale siamo partiti, è stato un mix di emozioni.
Di certo prevale il rammarico di aver terminato il viaggio in moto, ma nel contempo la gioia ( ed un po di sano orgoglio ) di esserci riusciti senza intoppi.
Non è stato un viaggio facile, ci siamo detti Gisella ed io mentre consegnavamo la moto stamane.
In altra forma e per altre ragioni, insieme al viaggio in Mongolia, è stato il più difficile, ma siamo qui e siamo stracontenti di averlo fatto.
Le insidie delle strade, i luoghi remoti sulle montagne, le persone incontrate o dalle quali abbiamo cercato di allontanarci in fretta, tutto questo insieme hanno composto la trama di questa storia.
Una storia che non si conclude ancora.
Lasciamo questo mondo di cieli tersi e cime talmente alte da sfiorare il cielo.
Lasciamo i ricordi sui 6 passi oltre i 5000 metri di altitudine ed i 4 sopra i 4000 metri.
Lasciamo il Ladakh che sa di pace e meditazione.
Lasciamo il Kashmir che sa di terre contese e di pericoli ma che comunque ci ha accolto ed ospitato.
Lasciamo tutto questo per trasferirci, non più in moto, a Delhi dove trascorreremo 3 giorni.
Altre regole, altre emozioni, altre interpretazioni....
Lo racconteremo nel prossimo post, cercheremo di farvi vivere l'emozione di un luogo lontano.
Lo faremo senza filtri e lasciando a casa il bon-ton......tanto qui non serve.
Quindi cari amici, ora che in Italia sono quasi le ore 12 ed è ora di pranzo, ricordatevi di non trascurare alcune regole se un giorno vorrete far visita ai nostri nuovi amici Indiani.
Bicchieri belli sudici in tavola, un bel rutto in faccia a chi vi è seduto davanti e alla fine di tutto.....splasshhh....un bello sputo per terra !
E che la salute sia con voi !!













2 commenti:

  1. Grandi ragazzi!!!Infatti avete fatto qualcosa di..."veramente non per tutti" e mentre sono qui che scrivo dalla quasi linda casetta,mi rendo conto del vostro grande spirito di adattamento e va un grosso plauso a Gisella,che come donna dovrebbe avere esigenze maggiori dei maschietti! Ma niente vi ferma ed è per questo che riuscite in vere imprese,legati sempre alle due ruote.Bravi e coraggiosi,grazie per quello che fate anche per chi vi segue....AHUUUUUUU!anzi no quest'anno....MUHUUUUUU!
    Un forte abbraccio. Daniele e Sandrine

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  2. Grandi! Ancora una volta al traguardo (o inizio della prossima tappa?) per dare un senso vero al mettersi a cavallo di una motocicletta. Un abbraccio.

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