tag:blogger.com,1999:blog-70358286763549920742024-03-13T01:21:45.636-07:00Ladakh 2017Gianni e Gisellahttp://www.blogger.com/profile/07270018811726435824noreply@blogger.comBlogger12125tag:blogger.com,1999:blog-7035828676354992074.post-72090354254942670232017-08-21T05:23:00.001-07:002017-08-21T10:13:51.561-07:00Delhi, il ragazzo del risciò.I fumi grigi di decine di piccole e malconce ciminiere salgono verso un cielo altrettanto grigio e carico di nuvole del mattino appena sorto.<div>La temperatura è di gran lunga sopra i 35 gradi e l'elevato tasso di umidità rende i nostri corpi appiccicosi come il retro di un francobollo appena leccato.</div><div>Si fatica a respirare quest'area intrisa di odori ma è un nuovo giorno qui a Delhi e noi vogliamo viverlo.</div><div>Ore 6 del mattino di un 20 Agosto senza colori, apparentemente tetro e triste come il cielo che ci copre.</div><div>Direzione sud, circa 200 km da percorrere per raggiungere la città di Agra dove, un atto di amore verso una donna, ha generato uno dei monumenti più belli al mondo, simbolo dell'India....il Taj Mahal.</div><div>Ormai appiedati, ovvero senza più le due ruote di Himma a spingerci lontano, troviamo riparo nell'abitacolo di un taxi dove, la temperatura dell'aria condizionata, condensa sui vetri e costringe Gisella ad indossare una maglia per ripararsi dal freddo artico generato artificialmente.</div><div>Ormai abbiamo imparato che le distanze in India, non si misurano in km bensì in ore.</div><div>Circa 4 ore dopo quindi.....di fronte a noi abbiamo ciò che per mesi, se non da anni, Gisella sogna di vedere.</div><div>Una immensa costruzione di marmo bianco il quale, a fatica, si distingue da quel cielo lattiginoso e carico di umido.</div><div>Un marmo lavorato interamente a mano, intarsiato prima e successivamente arricchito ed abbellito da pietre preziose.</div><div>Un lavoro immane, durato 22 anni, senza sosta, senza che la notte desse tempo ai lavoratori di prendere fiato. 24 ore su 24, 7 giorni su 7, il tutto moltiplicato 22 anni.</div><div>Migliaia di operai morti durante i lavori, migliaia di vite che nulla contavano scaraventate via, dimenticate, usate e successivamente carbonizzate per .....un atto d'amore.</div><div>L'imperatore mussulmano Shah Jehan, dopo aver sposato due mogli ed aver ottenuto solo due figlie, sposò Muntaz Mahal, una giovanissima donna ( anzi poco più che bambina ) dalla quale ebbe 14 figli.</div><div>Questa, divenne la sua prediletta ma a soli 22 anni morì.</div><div>L'imperatore, oltre a giurare di non sposarsi nuovamente, promise di far costruire per la sua amata la tomba più sfarzosa al mondo, ed ora, a distanza di secoli, probabilmente la sua promessa è ancora intatta.</div><div>Quel luogo, simbolo di amore per l'India e per tutto il popolo, rilascia luce, increspa la pelle attorno agli occhi, restituisce serenità e pace ma sopratutto pare davvero essere l'ombelico del volersi bene nel mondo.</div><div>Infatti....il caldo e l'umidità non danno pace, e questo fa si che un atto d'amore venga compiuto da migliaia di uomini che, assecondando il desiderio della propria donna di recarsi in quel luogo, incrociano i loro sguardi sofferenti in attesa che le memorie delle macchine fotografiche si esauriscano.....beati i tempi delle macchine fotografiche NON digitali, beati i tempi dei rullini con un massimo di 36 foto.....</div><div>Centinaia di scatti dopo, e dopo litri di sudore emessi, esausti ma soddisfatti, rientriamo nel gelido abitacolo del taxi per ripercorrere a ritroso i circa 200 km e le circa 5 ore.</div><div>Perché 5 se all'andata ne sono servite " solo " 4 ?</div><div>Perché Delhi, 21 milioni di abitanti, si è svegliata.......e come un mostro dalle mille braccia si avvinghia su di te creando una morsa spettrale e confusa che ti blocca e non ti consente di procedere.</div><div>Ecco perché....ed ecco perché rientriamo in hotel solo a sera tarda, esausti e disidratati come se avessimo compiuto il giro dell'intera galassia in moto.</div><div>La notte ci rinfranca e, per le ultime ore in questo mondo dai mille volti, abbiamo in programma un tuffo nella vera India.</div><div>Non vogliamo vedere ciò che si può vedere, vorremmo, anche solo per qualche istante vivere, respirare, ansimare e toccare la vera India, quella che magari si fatica a raccontare, quella dove difficilmente vedi il turista, quella che talvolta......si vorrebbe persino nascondere.</div><div>Però prima, vogliamo capire, vorremo cercare di portare a casa nostra un pò della loro capacità di vivere insieme nonostante le grandi differenze, in particolar modo religiose, delle quali è composta.</div><div>Così ci rechiamo d'apprima nella Moschea più grande della città.</div><div>Delhi, storicamente è passata di mano in mano a differenti popoli sulla base di chi fosse in grado di conquistarla. Ognuno di essi ha plasmato e trasformato questa città lasciando traccia della propria cultura, religione e modi di fare.</div><div>Chi fra tutti ha contribuito maggiormente sono proprio le popolazioni islamiche, ed è da esse che incominciamo.</div><div>A differenza di altri luoghi da noi visitati, a Delhi, anche le donne possono entrare nella moschea.</div><div>Così, per la prima volta quindi, anche Gisella seppure intabarrata con una tunica pulciosa la quale è stata costretta ad indossare all'ingresso, si immerge nelle atmosfere ambigue e mistiche di una moschea.</div><div>La gente prega, tutti come sempre verso la stessa direzione.</div><div>Pochi sorrisi ed un clima ( intendo una sensazione ) interiore che, ancor più dopo la strage di Barcellona, mi spinge ad osservare questi luoghi e queste persone con un po di diffidenza e con la morte nel cuore. Generalizzando sbaglio lo so, ma così è.</div><div>Ci rechiamo quindi nel luogo di preghiera più intenso per l'India, ovvero dove Ghandi venne cremato.</div><div>Un luogo che per la religione Indù ha una valenza enorme, essendo Ghandi venerato come un santo.</div><div>Un uomo che con la parola, solo con la parola e l'esempio, fu in grado di cambiare il suo mondo e quello di milioni di persone. Qualcuno poi, evidentemente non in grado di ferire solo con la parola, lo uccise con una pistola.</div><div>Resta la terza grande religione presente in India, ovvero i Sikh. </div><div>Facile da riconoscere....</div><div>Sono coloro che hanno il turbante !</div><div>In realtà, il turbante non è un vezzo, bensì una delle cinque regole della loro religione:</div><div>Turbante con capelli mai tagliati in tutta la vita, il pettine sempre con se, un braccialetto, il pugnale sempre cinto alla vita ed infine le mutande sempre indossate...</div><div>Potrebbe far sorridere, ma queste sono le regole di una religione proveniente dal Pakistan e fondata nel 1400 D.C.</div><div>Si basa su un concetto tanto semplice quanto disarmante " questa religione consiste nel vivere pratico, nel servire l'umanità e nel generare amore fraterno verso tutti" semplice no ???</div><div>Proviamo a farlo anche noi, magari un'ora sola nella nostra vita....e magari questo mondo sarebbe migliore..!!!</div><div>Ogni giorno ininterrottamente per tutto l'anno, cucine con enormi pentolone fumanti e decine di Sikh volontari, preparano cibo per migliaia di persone.</div><div>Poveri insieme ai ricchi, Sikh insieme a Buddisti, Indù e mussulmani. Tutti mangiano allo stesso tavolo ( che poi sarebbe in terra ), tutti si dividono ciò che quel giorno qualcuno ha donato.</div><div>Entriamo in quelle cucine e resto affascinato dal desiderio che queste persone hanno nel cercare di fare del bene ad altri. Un qualcosa di contagioso che mi fa riflettere e fa venire voglia di raccontare quanto sarebbe bello avere magari poco, ma tutti un po' di quel poco in egual misura.</div><div>Poi.....a dire il vero, qualche altro vantaggio ad essere Sikh ci sarebbe .....</div><div>Le regole sono regole, i fondamenti ed i principi della religione sono sacri ed intoccabili...dice il predicatore Sikh !</div><div>E così, mentre io devo passare decine di metal detector per accedere a qualsiasi sito ( Hotel, negozi, siti di ogni genere ) loro entrano e passeggiano liberamente con il loro pugnale alla cintola. </div><div>E come se non bastasse, da motociclista so bene quanto importante sia l'uso del casco, ma so anche bene quanto sia scomodo in condizioni di caldo atroce. Ricordate la prima regola dei Sikh ? Il turbante sempre in testa...!!!</div><div>Risultato: i Sikh sono esentati dall'utilizzarlo.....</div><div>Insomma, l'India è si un luogo dove sono presenti regole ferree, ma le religioni sono più ferree ancora !!</div><div>Non è proprio da noi, tantomeno da me, utilizzare le mie forze per comprendere queste sfaccettature di una metropoli, generalmente preferisco lasciarmi trascinare verso luoghi dove il nulla è padrone assoluto, ma in questi giorni senza moto mi trasformo e, forse, cerco di crescere un po' dedicandomi ad argomentazioni che generalmente non tratto.</div><div>Così, come secondo atto d'amore.........trascinato da una esplosiva ed incontenibile Gisella, vengo "democraticamente" convinto a seguirla nel mercato delle spezie.</div><div>Nel nostro vagabondare abbiamo già visto e visitato decine di Souk, bazar di ogni genere, ma su tutti, quelli che Gisella predilige sono quelli dedicati alle spezie.</div><div>La città di Delhi è divisa in due parti:</div><div> New Delhi, una sorta di finta città pulita ed organizzata dove vivono le caste più ricche, i politici e dove le ambasciate fanno finta di andare tutte d'accordo.</div><div>E poi c'è Old Delhi, una esplosione atomica di rumori, frastuoni, confusione, traffico e odori ( e non solo di spezie......)</div><div>Ovviamente la nostra meta è nella città vecchia, dove è praticamente impossibile arrivarvi in auto tant'è che il taxista ci suggerisce, nonostante ci rimetta dei soldi, di prendere il risciò.</div><div>Ve ne sono a migliaia, un groviglio di corpi sudati ed ansimanti i quali posano l'intero loro esiguo peso su quei pedali arrugginiti per spingere quelle biciclette a tre ruote.</div><div>Io tergiverso all'idea di farmi trasportare da quel ragazzo.</div><div>Ha l'aria triste ma gli occhi sanno di buono.</div><div>Non mi piace essere trasportato e sopratutto mi sembra di sfruttare il giovane.</div><div>Poi, rifletto o forse Gisella mi fa riflettere. Questo è il suo lavoro ed il mio compenso darà a lui la possibilità di mangiare.</div><div>Lo osservo mentre, in piedi sui pedali cerca di mettere tutto il suo peso per generare l'energia sufficiente a far muovere il mezzo mentre, noi, siamo seduti su di esso.</div><div>Il traffico di altri mille risciò unito a quello dei, più evoluti, tuk-tuk lo blocca ad ogni metro e sembra non riuscire a muoversi.</div><div>Il sudore ha intriso la sua sudicia camicia sino a renderla bagnata come se avesse fatto una doccia.</div><div>Nella mano destra tiene stretto, oltre al manubrio del risciò, uno straccio con il quale cerca di tanto in tanto di raccogliere il sudore che copioso gli inonda la fronte cadendo negli occhi.</div><div>Ad un tratto si ferma, mi guarda e sorride.</div><div>Siamo arrivati al mercato delle spezie. </div><div>Vi aspetto qui mi dice, così da assicurarsi anche un compenso per il ritorno.</div><div>La via delle spezie è un susseguirsi di miscele odorose di vario tipo e natura.</div><div>Le più forti sono riconoscibili e, talvolta piacevoli. </div><div>Altre, le meno note o quali odori che non associ a delle spezie.......increspano la gola e rendono difficoltoso il semplice gesto involontario del respiro.</div><div>Percorriamo quelle vie Gisella ed io, siamo immersi in quell'India che sa di vero, sa di genuino, sa anche di altro......ma preferisco non dirlo ( sia mai che stiate cenando.... )</div><div>Rientriamo a fatica verso il risciò, ed il ragazzo del quale non conosco il nome, riparte con il suo ciondolante ed imperterrito movimento lento.</div><div>Penso a lui, penso a me.</div><div>Penso a quanta differenza ci sia nelle nostre vite.</div><div>Io mi lamento del caldo atroce nonostante sia seduto e non stia facendo sforzi.</div><div>Lui, avvinghiato ai pedali, soffre in silenzio e trova la forza di sorridermi di tanto in tanto.</div><div>Io, sono al termine di una vacanza stupenda e, magari, sto già pensando a quale potrebbe essere la meta del prossimo anno. In altre parole per me il futuro ha una prospettiva di un anno se non di più.</div><div>Per il ragazzo del risciò, la sua vita è adesso, il suo futuro la cena di questa sera conquistata con quelle 400 rupie guadagnate trasportandomi. In altre parole, il suo futuro è sopravvivere.....</div><div>Sopravvivere in questo mondo che si fa chiamare India ma credo che sarebbe più corretto utilizzare un modo vecchio come Cristoforo Colombo e chiamarla Indie.....tante sono le differenze che incontri nell'attraversarla.</div><div>Sopravvivere dicevo credo che sia la prerogativa della maggior parte delle persone che abbiamo incontrato durante questo viaggio.</div><div>Un viaggio in moto, cercando di raggiungere luoghi lontani, talvolta difficilmente accessibili come gli altissimi passi ben oltre i 5000 metri.</div><div>Un viaggio con mille difficoltà, ma che messe al confronto con quelle che vivono quotidianamente le persone in questi luoghi mi fanno sentire terribilmente sciocco.</div><div>Domani si torna a casa, nel nostro mondo fatto di un futuro il quale non prevede la sera, la notte e forse neppure il giorno dopo. Quel futuro che dà per scontato ci sia la sera, passi la notte e spesso, non vediamo l'ora che il giorno dopo passi velocemente per arrivare prima al weekend successivo.</div><div>Ripenserò al ragazzo del risciò, ed avrò più rispetto per ogni istante che il mio futuro mi metterà di fronte.</div><div>Rifletterò su quelle pedalate piene di sudore e di fatica e non scorderò quel sorriso, quegli occhi e quella voglia di fare ancora un metro, e poi il ritorno.</div><div>Domani torno a casa, domani è futuro !</div><div><br></div><div>Viaggio in pillole</div><div>Km totali, 3200 - apparentemente pochi.....ma solo apparentemente </div><div>Km su sterrato, 2600 </div><div>Moto utilizzata, Royal Enfield Himlayan</div><div>Problemi alla moto - un forte e preoccupante rumore alla trasmissione ( detto ciò, ci ha portati ovunque e non si è mai arresa )</div><div>Passi oltre i 5000 metri, 6 fra questi, due volte il Khardung La ( passo carrozzabile più alto al mondo )</div><div>Passi oltre i 4000 ma inferiori ai 5000, 4</div><div>Problemi di salute, nessuno ( tolto un pezzo di pollice abbandonato per strada )</div><div><br></div><div>Ringraziamenti:</div><div>Al rientro da ogni viaggio ho portato a casa mille ricordi.</div><div>Ogni viaggio ricordi diversi.</div><div>Ma in ogni viaggio ho trovato qualcuno che mi ha fatto crescere.</div><div>Ti ringrazio amico mio. Grazie per quello sguardo aperto, grazie per quel sorriso sincero, grazie per avermi insegnato cos'è il futuro.</div><div>Grazie ragazzo del risciò.</div><div>Grazie a Gisella per la forza, la caparbietà e la determinazione. </div><div>Mai mollare, mai arrendersi. Si parte per ritornare, si torna per ripartire.</div><div><br></div><div>Buonanotte India, buonanotte mondo.</div><div><br></div><div>Fine del post, fine del blog, fine del viaggio.</div><div>Da domani, si ricomincia a sognare.</div><div><br></div><div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhv9kAOV8cQArZ7_aXHZHnS7j00q1YSwq7GI-vCsE_j3CGSIPG_Arf0HNu7fTs6ilxjbjJfvy2yj73AZJiwRZ-d48ZTo8MTy7DUL1fZzpGTUoz3DhtsE2RgMg9OzAl4jMqufaIX7zmRJo0/s640/blogger-image-356720415.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhv9kAOV8cQArZ7_aXHZHnS7j00q1YSwq7GI-vCsE_j3CGSIPG_Arf0HNu7fTs6ilxjbjJfvy2yj73AZJiwRZ-d48ZTo8MTy7DUL1fZzpGTUoz3DhtsE2RgMg9OzAl4jMqufaIX7zmRJo0/s640/blogger-image-356720415.jpg"></a></div></div><div class="separator" style="clear: both;"><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwMjuhQkUhuX7F7nWKINJVFVlZ5bg2AU8uR147LYD1-PWnahSA1PuPVmsG3gOlk6MTklM6NzznXkROeqQSCn9tsfWSbZj2fQ44g5rFjY88jISLnQHqxXzWX3bLVk8Y34AOuC6xztHMKxg_/s640/blogger-image--1622852070.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; 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margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmubNA16OdBfvEi6RiWL6qwWWsqOyRTFn009SMvmPEqzE81CtOCWXCS7eqrNzMPJtlYd_lB1aQk802uEmeSG1WMIsBEPO4IigobQwdB-olutO1AQG70VLn8vApTwmh5dLzP6VQ4GY-YtHZ/s640/blogger-image--1930453472.jpg"></a></div><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiefAH9mskcwZu8dXyYzE7TuN5lcKh_e2F3GRcOgnfmMVhM0JacihFW-ilFc-3_LK6-1YjvmHN5ZvUok5q2YndXSH4SdUFLgj1umaZuJDe4w1OVLjwzo1kRXKZKWv6P3iyldeGFkEq0sqCs/s640/blogger-image--636654543.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiefAH9mskcwZu8dXyYzE7TuN5lcKh_e2F3GRcOgnfmMVhM0JacihFW-ilFc-3_LK6-1YjvmHN5ZvUok5q2YndXSH4SdUFLgj1umaZuJDe4w1OVLjwzo1kRXKZKWv6P3iyldeGFkEq0sqCs/s640/blogger-image--636654543.jpg"></a></div><div class="separator" style="clear: both;"><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6_YMTVoOvG0I7V39G4g4kgglOgA2RMD1YguC-PWRgs-usoEFWCDm-WacmrSL1eDacfi6YOTHn_iGb3sPc4PkyFeVeYyr7pf3z32Fpy4lBoib06V2kVJL_zcJZ75wAiJmLk5gRP5yNs4UA/s640/blogger-image-134764394.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; 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margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKn6TGF1Et8-FPlkbP37TbT0jptWQ972LXh2XxjRI1X0Ea5tT9aHTrMccmsyFTWPKcYqTFLKhWpYwD_dxZqrL8AOfSCTJwtp42Jzp7ZrKxNtr_fnP0hrv0V-Tzqbo04mcUlO6GcsAqcu7u/s640/blogger-image--844446169.jpg"></a></div><div class="separator" style="clear: both;"><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimB6xpT86zgff-kI1tcMvOIlijJWgafY1iIp-dDDUtqd7eCvTKs5XiS2uNfKxFUnk2GUJ8xmrr0X4vW7hFGXCPWNw3-kzlUsHYG3yDyLg2FKzq1ob2ReqKnaBgsQHjLZDx2pDfseVgEpOu/s640/blogger-image--1495730687.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimB6xpT86zgff-kI1tcMvOIlijJWgafY1iIp-dDDUtqd7eCvTKs5XiS2uNfKxFUnk2GUJ8xmrr0X4vW7hFGXCPWNw3-kzlUsHYG3yDyLg2FKzq1ob2ReqKnaBgsQHjLZDx2pDfseVgEpOu/s640/blogger-image--1495730687.jpg"></a></div><div class="separator" style="clear: both;"><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiW3055TVEPUniNy6kHZpUaFo4hg8jk1iFOZXPSKLgtJhssvf5MYvK-dD3N6LwDR_YQ-1jMcWAe1kgWvZMYMcIy-YhpHs6Bd-wiUEDZtaFc273I9c-10OdnjTLOOJ3EHJIu7mPNqhClJp-Q/s640/blogger-image--686572347.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiW3055TVEPUniNy6kHZpUaFo4hg8jk1iFOZXPSKLgtJhssvf5MYvK-dD3N6LwDR_YQ-1jMcWAe1kgWvZMYMcIy-YhpHs6Bd-wiUEDZtaFc273I9c-10OdnjTLOOJ3EHJIu7mPNqhClJp-Q/s640/blogger-image--686572347.jpg"></a></div><div class="separator" style="clear: both;"><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjw37GL0OUUevgIBdThlBeFblLIxDE8JSqu2gZ6szVP3vDjbcjr1okeJr3KnD3XAxN-B4hHa56ZCRa_UdId6iHtwlmVhJlTQtYW_gvYfLdeAFkf6MLczctviu4fWIcNQXjIRva-2YzpxeyM/s640/blogger-image-1567279703.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjw37GL0OUUevgIBdThlBeFblLIxDE8JSqu2gZ6szVP3vDjbcjr1okeJr3KnD3XAxN-B4hHa56ZCRa_UdId6iHtwlmVhJlTQtYW_gvYfLdeAFkf6MLczctviu4fWIcNQXjIRva-2YzpxeyM/s640/blogger-image-1567279703.jpg"></a></div><div class="separator" style="clear: both;"><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhazUP06VxTx4YfYRF5U_YACePlxfLHxNv2JjZTMN7cQCnJiL0Sa3CNYlT3H4tgYOzCnwdRGPUqJzomvfugBxGGg_rZlnItXhl3dRs2vjb3NTRrb8IHkmj-XcR7tbio5RNnLWMTRl0UcxaJ/s640/blogger-image-1691751366.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhazUP06VxTx4YfYRF5U_YACePlxfLHxNv2JjZTMN7cQCnJiL0Sa3CNYlT3H4tgYOzCnwdRGPUqJzomvfugBxGGg_rZlnItXhl3dRs2vjb3NTRrb8IHkmj-XcR7tbio5RNnLWMTRl0UcxaJ/s640/blogger-image-1691751366.jpg"></a></div><div class="separator" style="clear: both;"><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrn6oakJ-rtMEqGj6mp6GjvOfvhl1un9m-fOvWk2UieAXUmdkFxPQSPbGaMM52HAriiBYhuW8cI1jlRJI7701xu9df-NTlmgSnaOQTjZA0X4DkyKQFeyFhsR-LgeEf-3fcTyWPUKFRBOjr/s640/blogger-image-1909933464.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrn6oakJ-rtMEqGj6mp6GjvOfvhl1un9m-fOvWk2UieAXUmdkFxPQSPbGaMM52HAriiBYhuW8cI1jlRJI7701xu9df-NTlmgSnaOQTjZA0X4DkyKQFeyFhsR-LgeEf-3fcTyWPUKFRBOjr/s640/blogger-image-1909933464.jpg"></a></div><div class="separator" style="clear: both;"><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2QCkVsEC-9JLGaILkLZnHS8JKY-enbSD4GeMwOWWpdPfNl7BRH3ilgi5-VrOlEUKKVEIEDs3Si1pYOGMumeoyfOYd6IJ1bRLpSfg9kLwvGhzvBQABfuid8dkvcboSO-KwtcUrzPadvJcK/s640/blogger-image-1772147368.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2QCkVsEC-9JLGaILkLZnHS8JKY-enbSD4GeMwOWWpdPfNl7BRH3ilgi5-VrOlEUKKVEIEDs3Si1pYOGMumeoyfOYd6IJ1bRLpSfg9kLwvGhzvBQABfuid8dkvcboSO-KwtcUrzPadvJcK/s640/blogger-image-1772147368.jpg"></a></div><div class="separator" style="clear: both;"><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifJmvYC2AVPS5t6vUX4PW1EScFMwxFlmvx_GQpicXvHeN2aHIpKra6XzjGGinNdQdLQK03o2uyT8NWeALyzBCQQU8epjbxJhKydMMNxj8lduF9YbUBwlHlmvwddse-navdemnMTrjkIY0l/s640/blogger-image-78590497.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifJmvYC2AVPS5t6vUX4PW1EScFMwxFlmvx_GQpicXvHeN2aHIpKra6XzjGGinNdQdLQK03o2uyT8NWeALyzBCQQU8epjbxJhKydMMNxj8lduF9YbUBwlHlmvwddse-navdemnMTrjkIY0l/s640/blogger-image-78590497.jpg"></a></div><div class="separator" style="clear: both;"><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><br></div><div class="separator" style="clear: both;">Grazie per averci seguito!!!!!!</div><div class="separator" style="clear: both;">Gisella & Gianni</div><div class="separator" style="clear: both;"><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimJh6oQr1P5X4T31kuj5Xpfc3E_-gr_oWl8iGHXjKL7sLGSc_dRdP8vBq7kKOt5AmB_DpkQvEOH7cX30iG23tUAvrgaWhsJjx8pKPFkh6JVJ8i3joNzVhDIwMZgKR6uZLUjgH2ffazv4FF/s640/blogger-image-1317284368.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimJh6oQr1P5X4T31kuj5Xpfc3E_-gr_oWl8iGHXjKL7sLGSc_dRdP8vBq7kKOt5AmB_DpkQvEOH7cX30iG23tUAvrgaWhsJjx8pKPFkh6JVJ8i3joNzVhDIwMZgKR6uZLUjgH2ffazv4FF/s640/blogger-image-1317284368.jpg"></a></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div><div><br></div>Gianni e Gisellahttp://www.blogger.com/profile/07270018811726435824noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7035828676354992074.post-89417739963427028942017-08-17T01:16:00.001-07:002017-08-17T04:06:23.564-07:00Ladakh - Kashmir in moto .... Per molti, non per tuttiLa polvere di questo viaggio è ancora presente in qualsivoglia interstizio delle nostre giacche, dei pantaloni ed, ancor più, nelle pieghe della nostra pelle.<div>Ma questo accade ogni qualvolta si rientra da luoghi dove la natura prepondera.</div><div>A breve, fra qualche doccia, la polvere svanirà scivolando via insieme all'acqua della doccia.</div><div>Ciò che resterà invece, attaccato indelebilmente, sarà il ricordo ai questi luoghi e le difficoltà richieste da esso per superarlo.</div><div>Manali, 17 Agosto 2017, ore 13.30 di questo mondo indiano non poi così distante da casa nostra ma così profondamente diverso.</div><div>Il verde di un prato nascosto dietro la siepe che separa l'hotel dalla strada ci dá respiro e quiete.</div><div>Siamo rientrati da poco dal restituire Himma, la nostra moto presa a noleggio 15 giorni or sono.</div><div>L'abbiamo lasciata al suo legittimo proprietario, abbiamo rimosso il peso dei nostri bagagli da essa, per l'ultima volta ci siamo girati ad osservarla ed in qualche misura.....ringraziarla.</div><div>Grazie a lei, anche grazie a lei, questo sogno si è tramutato in viaggio ed ora in ricordo.</div><div>Quel ricordo che neppure mille docce rimuoveranno, quel ricordo che alla fine è lo scopo del viaggio.</div><div>Siamo stanchi, davvero tanto.</div><div>Se torniamo indietro, riavvolgendo il nastro dei ricordi, quel giorno quando partimmo da dove ora siamo, sotto la pioggia monsonica, salendo verso il primo passo oltre i 4000 metri che già sembrava alto, se ripenso a quel giorno mi sembra siano trascorsi mesi, in relata solo due settimane.</div><div>Dipenderà forse dal fatto che le mille immagini di questo viaggio hanno talvolta saturato la mia memoria come fosse la scheda di una fotocamera. Dipenderà dalla durezza del luogo, il quale rende ogni tappa, anche se corta, una piccola impresa.</div><div>Queste imprese, che per noi diventano tali quando alla sera collassi su di un letto e prima di spegnere il cervello ripensi, sono semplici giorni, come gli altri 364 dell'anno, ma talmente differenti fra loro, mai uguali, mai facili tanto da essere unici.</div><div>Abbiamo navigato su questo pianeta per anni, sempre in moto e sempre cercando esperienze che arricchiscano il nostro modo di vedere il mondo con occhi più grandi e senza paraocchi.</div><div>Quest'anno abbiamo navigato sulle strade del Ladakh e del Kashmir, incrociando sapori, odori, immagini, fatiche e paure differenti.</div><div>Due aree geografiche vicine fra loro ma che, ai nostri occhi, paiono far parte di due mondi differenti.</div><div>Il primo, per morfologia, per strade, per montagne, per passi altissimi, per persone e religione....ha rappresentato per noi un ambiente che, sin da subito, ha trasmesso pace interiore e serenità.</div><div>Il secondo, credo per le stesse ragioni, ci ha messo nelle condizioni di allerta costante, con un gran senso di solitudine e vulnerabilità.</div><div>Viaggiare verso posti nuovi, non significa sempre andare incontro a situazioni pronosticabili, anzi.</div><div>Viaggiare verso mete sconosciute spesso significa partire da casa con poche cose ma senza dimenticare la più importante, la capacità di adattamento.</div><div>Non troverai sempre un luogo pulito ed ospitale da utilizzare come rifugio la notte.</div><div>Non percorrerai sempre strade prive di pericoli.</div><div>Non ti imbatterai spesso in persone pronte ad aiutarti e magari, alcune di esse, apparentemente sembreranno ostili.</div><div>Ecco perché conta la tua forza di volontà e la capacità di adattarsi, di riconoscere sempre un bicchiere mezzo pieno anche quando tutto, proprio tutto, pare vuoto.</div><div>E poi noi, quei tipini occidentali dalla perenne puzza sotto il naso.</div><div>Quei finti " bontoniani " che crediamo sempre di essere i padroni delle buone maniere e del corretto stile di vita, si proprio noi, talvolta ci imbattiamo in culture talmente differenti dalla nostra da farci sentire catapultati in altre ere.</div><div>E così, mano a mano che i km passano sotto le ruote di Himma lasciando piaghe dolorose ed evidenti sulle nostre chiappe più abituate ai lisci asfalti " bontoniani " che ai selvaggi sterrati del nord dell'India, spostiamo i nostri corpi e le nostre menti versi luoghi lontani, verso culture e modi di fare altrettanto lontani.</div><div>Così è, sulla strada di un mondo che cambia anche solo dietro una curva.</div><div>Così è e nulla puoi fare salvo adattarti e cercare il bello nell'apparentemente brutto ed il facile nel tremendamente difficile.</div><div>Oh certo ....talvolta non è facile per noi che ci laviamo i denti con l'acqua della bottiglia al posto dell'acqua del rubinetto oppure usiamo l'amuchina per disinfettarci le mani prima di cenare, scoprire di essere così diverso e forse, proprio grazie all'amuchina, così vulnerabile.</div><div>Magari e ancor più difficile rendersene conto se lo vivi dentro al documentario che la vita in questi luoghi ti porta a fare.</div><div>Così capita che per esempio, mentre parli con un indiano per chiedere una informazione, questi ....con aria assolutamente tranquilla e trasparente, ti rutti in faccia.</div><div>Il rutto, atto naturalissimo e segno anche in altre culture di apprezzamento, magari avviene dopo un lauto pranzo a base di Naan all'aglio inzuppato in Daal piccantissimo il tutto debitamente intinto in salsa all'aglio e coriandolo.</div><div>I fumi ed i vapori sprigionati farebbero socchiudere gli occhi e storcere, come minimo, il naso anche ad un facocero......ma tu non puoi e così mentre ti penti di aver chiesto indicazioni all'indiano digerente, ascolti il tuo nuovo amico lasciando che i lacrimoni generati dai vapori ti solchino il viso creando rivoli di polvere umida su di esso.</div><div>Tutto appare diverso e tutto deve essere interpretato.</div><div>La guida in India ad esempio è frutto, forse, di una cultura tramandatasi nei secoli, passando da chi si spostava a piedi, per poi passare a mezzi di trasporto animale come cavalli o asini.</div><div>Il tutto, leggermente ma neppure tanto, adattato ai veicoli moderni, come le auto, i camion o le moto.</div><div>Ti trovi quindi scaraventato, dopo poche ore di aereo, in un ambiente del tutto nuovo nel quale tu, " bontoniano " con la regola del dare precedenza a destra, rischi di essere considerato meno della vacca accrogiolata in mezzo alla strada.</div><div>Scopri per esempio, dopo 10 minuti di attesa per immetterti su una una strada, che il clacson è l'unico mezzo che hai per farti notare. Sembra quasi che nessun Indiano ti noti, pare che siano tutti ciechi e che l'unico senso funzionante sia l'udito.</div><div>Ecco allora che magicamente ti notano, una mano spunta da un finestrino, e con un gesto tanto lento quanto importante, ti fa segno di passare.</div><div>Prima regola imparata, la precedenza ce l'ha chi suona il clacson !!</div><div>Dopodiché ti immetti in strada e, rammentando che in India si guida a sinistra come in Inghilterra, presti attenzione alle frecce dei mezzi che ti precedono.</div><div>Un auto davanti a te ad un tratto accende la freccia a destra.</div><div>Dovrà girare, penso io, quindi rallento e attendo che svolti.</div><div>Minuti interminabili di attesa fino a quando una mano, la solita mano dal finestrino si agita indicandomi " passa rincoglionito ".</div><div>Seconda regola imparata, la freccia a destra significa: puoi superarmi, ma ......indicherebbe anche devo girare...... Dipende se una mano agitata dal finestrino in forma veloce vi farà sentire dei rincoglioniti, oppure un dito solo indicherà la direzione che il tipo alla guida vuole prendere.</div><div>Si impara tanto viaggiando, alcune volte ti senti rincoglionito, ma alla fine constati con piacere di aver appreso qualcosa in più.</div><div>Così come i sorpassi.....</div><div>Sorpassare, a destra ovviamente, non è per noi molto naturale.</div><div>Quindi la manovra avviene spesso in modo non proprio fluido.</div><div>Se poi questo lo si vuole fare su strade sterrate, appiccicate a pareti di roccia, a più di 5000 metri di altitudine e con un motore di soli 24 cavalli......il tutto diventa una piccola impresa.</div><div>Il sorpasso avviene solo dopo: aver ripetutamente suonato il clacson ( i mezzi pubblici, tutti, hanno una scritta posta sulla parte posteriore che cita " please blow horn " ....ovvero l'invito a suonare il clacson ), aver atteso che il mezzo che ti precede accenda la freccia a destra e, cosa più importante, la mano agitata in segno di " passa rincoglionito". </div><div>A quel punto, entrando in apnea, scali una marcia ( su Himma generalmente passavo dalla seconda marcia alla prima ) ti appendi al manubrio e inizi la manovra.</div><div>Nel caso in cui, durante il sorpasso che generalmente avviene in una nube di polvere e gas di scarico talmente densi da rendere invisibile il tuo prossimo futuro, notassi che la mano fuori dal finestrino cambia leggermente modo di essere agitata......ecco allora appenditi ai freni, rientra al tuo posto immediatamente perché da lì a poco, dalla cortina fumogena generata dal mezzo davanti a te sopraggiungerà un altro mezzo in senso contrario e......non vedendoti ma sopratutto non avendo tu suonato il clacson, non frenerà.....</div><div>Ho parlato di sapori, odori e sensazioni.</div><div>Anche questi ti pervadono mentre guidi, non ti abbandonano mai e non sempre sono facilmente decifrabili.</div><div>Sulle strade i " profumi " si mischiano fra loro, l'aglio è preponderante così come il coriandolo.</div><div>Altri mille si sommano ad essi e creano quella sensazione di India, la stessa che provai quel giorno a casa sollevando il tappo di un barattolo di mix di spezie indiane.</div><div>Queste però non sono solo spezie.</div><div>Le auto hanno bisogno di benzina per muoversi ed emettono gas di scarico.</div><div>Gli esseri umani e gli animali hanno bisogno di cibo per muoversi ed emettono .....cacca.</div><div>Quindi unitamente al l'aglio, al coriandolo, il mix di "profumi" include anche gli scarichi i quali non sono come da noi " bontoniani " nascosti e celati nel sottosuolo bensì fanno parte del mondo di sopra.</div><div>Tutto è naturale e normale in questi luoghi.</div><div>Così capita che, mentre stai dando fondo alle tue energie durante il sorpasso di una corriera dentro la quale sono stipate decine di persone e....sul tetto della quale altre decine cercano di restare aggrappate con tutte le loro forze, un po' di sollievo dal sole caldo ti giunga sentendo sul tu viso l'aria che si raffredda contro delle gocce d'acqua.</div><div>Sollevi il capo per capire se fosse pioggia ma non scorgi nuvole.</div><div>Allora ti rifugi nel tuo modo di vedere le cose e ti appelli al bicchiere mezzo pieno....sarà stato un insetto che, sfracellandosi sul viso ha rilasciato il suo contenuto ( capita spesso in moto ).</div><div>Poi, qualche km dopo, arresti la moto per consentire a Gisella di fare qualche foto senza il rischio di essere catapultata lontano dai continui sobbalzi.</div><div>La corriera ti raggiunge e ti supera con il loro carico di anime.</div><div>Tu riparti e dopo poco ti ritrovi a dover rieseguire la piccola impresa del sorpasso, quindi ti avvicini, suoni, attendi la freccia e la mano e quando sei prossimo a lanciarti noti come, sia dai finestrini sia dal tetto, un continuo ed incessante schizzo di sputi densi e lunghi tagli l'aria sino a cadere in terra creando, insieme alla polvere sottile come il talco, delle polpettine di saliva.</div><div>Ripensi a quella sensazione di fresco avvertita poco prima durante il precedente sorpasso e comprendi che, seppure l'idea delle budella di insetto non fosse la più bella, ora ti piacerebbe fosse vero.</div><div>Quindi ? Nulla, chiudi la bocca, respiri con il naso, scali la marcia e sorpassi.</div><div>Lo sputo, come il rutto, è natura da queste parti.</div><div>Un po' meno lo è beccarselo in faccia forse, ma questo solo solo per i bontoniani come me....</div><div>Ci si abitua, come sempre è solo questione di tempo e scaltrezza.</div><div>Ci si abitua a prendere in mano un bicchiere e faticare quasi a staccare le labbra dal collarino di esso.</div><div>Ci si abitua ad assaporare i loro piatti ( squisiti ) ma lavati nel rigolo d'acqua che transita davanti al locale, la stessa acqua dove ci si lava, la stessa che funge da vita per mille cose e animali.</div><div>Gli animali, anche loro si sono adattati a questo ambiente.</div><div>Dormono di giorno, in quanto il traffico impazzito non gli consentirebbe di muoversi, e si svegliano di notte.</div><div>Unica differenza va fatta per le mucche, le quali in quanto sacre, possono fare ciò che vogliono.</div><div>Il traffico si immobilizza se ve ne è una in mezzo la strada, le auto, i camion ed ogni mezzo le evitano mentre " pascolano" nelle immondizie dei centri urbani.</div><div>Si muovono lentamente e, poco a poco, stanno sviluppando attitudini alla vita in India.</div><div>Come ogni essere animale il quale, nei secoli, ha sviluppato caratteristiche per sopravvivere in determinati ambienti, anche le mucche indiane stanno cambiando e sono pronto a scommetterci, fra meno di un secolo.....avranno il clacson !!</div><div>Ritornare a Manali, punto dal quale siamo partiti, è stato un mix di emozioni.</div><div>Di certo prevale il rammarico di aver terminato il viaggio in moto, ma nel contempo la gioia ( ed un po di sano orgoglio ) di esserci riusciti senza intoppi.</div><div>Non è stato un viaggio facile, ci siamo detti Gisella ed io mentre consegnavamo la moto stamane.</div><div>In altra forma e per altre ragioni, insieme al viaggio in Mongolia, è stato il più difficile, ma siamo qui e siamo stracontenti di averlo fatto.</div><div>Le insidie delle strade, i luoghi remoti sulle montagne, le persone incontrate o dalle quali abbiamo cercato di allontanarci in fretta, tutto questo insieme hanno composto la trama di questa storia.</div><div>Una storia che non si conclude ancora.</div><div>Lasciamo questo mondo di cieli tersi e cime talmente alte da sfiorare il cielo.</div><div>Lasciamo i ricordi sui 6 passi oltre i 5000 metri di altitudine ed i 4 sopra i 4000 metri.</div><div>Lasciamo il Ladakh che sa di pace e meditazione.</div><div>Lasciamo il Kashmir che sa di terre contese e di pericoli ma che comunque ci ha accolto ed ospitato.</div><div>Lasciamo tutto questo per trasferirci, non più in moto, a Delhi dove trascorreremo 3 giorni.</div><div>Altre regole, altre emozioni, altre interpretazioni....</div><div>Lo racconteremo nel prossimo post, cercheremo di farvi vivere l'emozione di un luogo lontano.</div><div>Lo faremo senza filtri e lasciando a casa il bon-ton......tanto qui non serve.</div><div>Quindi cari amici, ora che in Italia sono quasi le ore 12 ed è ora di pranzo, ricordatevi di non trascurare alcune regole se un giorno vorrete far visita ai nostri nuovi amici Indiani.</div><div>Bicchieri belli sudici in tavola, un bel rutto in faccia a chi vi è seduto davanti e alla fine di tutto.....splasshhh....un bello sputo per terra !</div><div>E che la salute sia con voi !!</div><div><br></div><div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkP9sYH5N2k0VVne5-zYVstAxC3x2LAo5C0VwGhNSHmKucdG27ibRuB8Rs21GArQVxB-lqYkzBTT3gzRYIQUzaZk3LfN7tGYzXXxaXObmxU0KvgcNA_BBLpgiQY1UWhWhhisn4vWYR_0yo/s640/blogger-image-164507179.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; 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margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkjfeEqgZSaNG0jh8ZKWyQdoA6-8M_VHBgJ3EnxCFGHfJaeb42d0ntcHfm5PIW4o6PTxP41Y74ckdA-YsA43xqOrzgtR7N5kb7Yxc7ul37qFbrS72xLtsKJbjdd-ELiciJQfjBRpk30aOJ/s640/blogger-image-783997113.jpg"></a></div><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjl1VICVU7jlQLVi2la-U3uMnvYSQG6YgkEGr8jhdV_4lBxXkiiORj2DmqI3V2QqFU0HcZuOpO7UAPAPpizatRTY53UjsY0cotg3ZHEUTCGL_LUPjsS3M_B6zyqzTwzperZ9T_kdTcZN9A7/s640/blogger-image--180166271.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjl1VICVU7jlQLVi2la-U3uMnvYSQG6YgkEGr8jhdV_4lBxXkiiORj2DmqI3V2QqFU0HcZuOpO7UAPAPpizatRTY53UjsY0cotg3ZHEUTCGL_LUPjsS3M_B6zyqzTwzperZ9T_kdTcZN9A7/s640/blogger-image--180166271.jpg"></a></div></div><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBLA22-e3d_0jSkZWmVNqIFtCu67tGnagyCYr-f6jeE1NxNJjTFL-sc4vZTc4Kt5-Ug5XgEXpoGS5NOPmc-co_h3GLb1adbpc1mtZOxLPZVJo4bDLAofzCCHGuScqbdwgQ2Z9rw2fr4gh7/s640/blogger-image-1089938395.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; 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margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7P1XkvYM7-ilZhJAvYpoE5SpAeb5NUrlbJZSuILUmjc5o1XIhdiJkX1wc8MwktZoCwZlfIYhP6ZYlkfROnsPsRwC7sDezxtwot7nCPndpDhtZGfBxuMQqR6nGxXSjeSWhWZYZ0I_jq01n/s640/blogger-image-1474415198.jpg"></a></div></div></div></div><div><br></div><div><br></div>Gianni e Gisellahttp://www.blogger.com/profile/07270018811726435824noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7035828676354992074.post-41142551854565344182017-08-13T02:52:00.001-07:002017-08-13T05:01:58.147-07:00Tibet FreeUna fitta nebbia sale dal basso verso l'alto investendo la cima della collina e le fronde degli alberi sui quali le scimmie, credo babbuini, saltano da un ramo all'altro.<div>L'umidità ė altissima e tutto pare sudare persino le cose inanimate. </div><div>Il verde del muschio e la sensazione di bagnato è ovunque, si respira un aria densa di particelle d'acqua e la visibilità e pressoché nulla.</div><div>La sua casa o forse, il suo tempio, non dista più di 50 metri dalla terrazza della nostra stanza ma a fatica e solo in alcuni momenti riusciamo a scorgerlo.</div><div>Pare quasi che questo luogo lui lo abbia scelto per non essere visto, in realtà non l'ha scelto vi è stato esiliato.</div><div>Era il 1960 quando, a cavallo di un somarello, scappando e nascondendosi sulle montagne che fanno da confine naturale fra il Tibet e l'India fu costretto a mimetizzarsi fra le persone comuni, mischiarsi fra loro con abiti modesti, raggiungere la città di Dharamsala, inerpicarsi ancora per circa 12 km e li, finalmente ricostruire la sua casa, il suo tempio, il centro spirituale del buddismo nel mondo.</div><div>Il Dalai Lama abita qui, a 50 metri da dove ieri siamo arrivati ed ora siamo qui a scrivere.</div><div>Un mondo di tibetani esiliati che cerca di ricostruire il loro presente in una terra non loro, senza per questo però dimenticare le loro origini.</div><div>Sapevamo di questo luogo che è per i buddisti ciò che rappresenta il Vaticano per i cristiani.</div><div>Ed in effetti non manca nulla, comprese le bancarelle di ogni tipo e genere.</div><div>Siamo arrivati nel pomeriggio di ieri, dopo un trasferimento montano e tortuoso di circa 200 km.</div><div>Siamo scesi molto a sud rispetto le cime che sfiorano il cielo a più di 5000 metri. Siamo scesi dove i monsoni rendono il clima costantemente umido e piovoso in questi mesi.</div><div>Arrivando a <span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Dharamsala il traffico Indiano ti fagocita, i mille suoni dei clacson ti assordano ed i mille volti degli indiani alla guida di auto che, nonostante il delirio non paiono mai ammaccate, mi fanno sentire a mio agio in questo luogo.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">La salita alla collina, posta a 1800 metri di altitudine è, come di consueto, una piccola conquista.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Le pioggie sgretolano le montagne facendo scivolare sulla strada, ora asfaltata, spanne di fango.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Quindi anche ciò che sarebbe asfaltato diventa sterrato....</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Le auto si contendono gli spazi così da intasare e bloccare ogni via possibile.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Non appena un auto o un camion riescono a liberarsi dalla morsa delle altre cento creando lo spazio utile per ripartire, un secondo vi si infila è tutto ricomincia daccapo.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Nessuno litiga, tutti si guardano con occhi sereni in attesa che qualcuno faccia la prima mossa.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">È un gioco di scacchi, dove chi ha fatto l'ultima mossa resta in attesa che il proprio avversario, in questo caso altri cento o mille automobilisti, faccia la sua e magari .....sbagli lasciando libero un altro metro di terra dentro il quale, di certo, un terzo incomodo a questo punto si introfulerebbe.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Non credo sia corretto dire che non esistono regole, bensì semplicemente fatico a comprenderle.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Si perché in quel gioco di scacchi, ci siamo anche Gisella ed io, in moto ovviamente, nel fango ovviamente.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">La mia testa ruota di 360 gradi come quella di una civetta, o se preferite Barbagianni....</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Sento clacson provenire da ogni dove, vorrei dare la precedenza a qualcuno ma sarei costretto a darla a tutti coloro che mi circondano e comunque, questo non basterebbe perché altri cento sarebbero pronti a richiederne diritto.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Quindi, tiro fuori i coglioni, inserisco la prima, noto che Gisella inizia a sventolare le braccia come un vigile urbano posto nel centro di un incrocio e mi lancio.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">La ruota davanti entra nel fango, la ruota dietro la segue ovviamente e noi, scivolando ed ondeggiando come su una canoa nelle rapide di un torrente entriamo di prepotenza nella scacchiera di questa nostra India.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">È sempre vero, la miglior difesa è l'attacco !</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">E così, vedendoci determinati e forse.....incazzati, gli altri componenti del complesso gioco nato in quell'ingorgo di fango, si fermano e noi passiamo.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Arriviamo in cima alla collina, una sorta di San Marino nebbioso, putrido e lercio.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">I fumi dell'immondizia bruciata, mista ai vapori dei Mooms ( tortelli di carne o verdura bolliti e venduti lungo la strada ), uniti poi alla nebbia del luogo ....rende il tutto di una unica tonalità....grigio India..</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Fermo la moto nella piazzetta che fa da imbocco alle viuzze deliranti del piccolo paese.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Gisella scende e si incammina a piedi alla ricerca di un hotel che abbia anche il posto per parcheggiare la moto.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Nel mentre, una sorta di poliziotto con indosso un cappello da texano mi si avvicina e mi dice che devo togliermi in quanto, secondo lui, sono di intralcio......</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Mi guardo intorno, centinaia di auto, tonnellate di lamiera e motori fumanti sono bloccati l'uno contro l'altro come tasselli di un enorme puzzle.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Tutti suonano, tutti cercano di conquistare un centimetro di strada.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Ed io.....secondo il finto texano, darei fastidio......?</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Accenno un si con la testa, facendo intendere che mi sarei spostato, avvio la moto e mi sposto a destra di un mezzo metro, quanto basta per accontentare l'integerrimo " uomo dell'ordine pubblico".</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Finalmente Gisella arriva, sfatta e sudata.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Fatica a parlare ma riesce a darmi le indicazioni per raggiungere l'hotel.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Avanti di 500 metri, dopodiché troverai uno che vende pannocchie abbrustolite, li svolterai a sinistra e salirai su un rampone ripidissimo sino a quando troverai un parcheggio sulla sinistra, lo riconosci perché è completamente ricoperto di muschio e cosparso di polvere bianca ( un allergetico per scimmie ).</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Poche indicazioni, sicuramente differenti da quelle che, nel mio mondo mi sarei aspettato, che so....un cartello, una indicazione....</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Qui invece devo riconoscere, fra i mille mendicanti, i poveretti senza gambe, chi di loro stia facendo abbrustolire pannocchie.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Quindi parto, raggiungo il "pannocchiaro" svolto a sinistra e mi inerpico sino al parcheggio.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Himma quasi non riesce a portarmi lassù tanto è ripida la salita, capisco quindi perché Gisella abbia preferito farla, anzi rifarla, a piedi.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Scarichiamo come sempre le borse, ma questa volta con un pubblico di scimmie che, apparentemente divertite, ci osservano.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Lasciamo tutto in hotel e ci dirigiamo verso la casa del Dalai Lama.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Siamo affascinati nel vedere le monache ed i monaci, tutti apparentemente uguali, con i capelli rasati ed il loro vestito rosso e arancio.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Mi appassiona la loro vita in questi luoghi.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Luoghi dove il caos si mescola alla meditazione.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Non capisco davvero dove riescano a trovare la forza di isolarsi nella preghiera e trovare, anche solo per un secondo, quel silenzio e quella pace interiore che è alla base della loro vita.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Io, lo ammetto, in più di una occasione ho davvero sentito forte la necessità di emettere un grido tanto forte da essere udito per tutta l'India, un grido, una esclamazione del tipo " ma cazzooooooo basta con sta clacson !!!".</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Loro invece sono li, gambe incrociate, mani intrecciate, occhi chiusi, labbra che lasciano trasparire un piccolo movimento come una preghiera solo sussurrata.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Nulla li smuove, nulla li turba.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Ancora una volta questo mi affascina, la capacità di isolarsi, di rendersi parte di un mondo di silenzi nonostante vivano nel peggior casino che io abbia mai conosciuto.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Poi......quella sorta di catalessi pare rompersi.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Avverto il tipico suono di un cellulare sul quale è appena arrivato un wathsapp.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Un monaco, apre gli occhi, infila la mano destra sotto il saio ed estrae un super tecnologico smartphone.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Legge su di esso il contenuto del messaggio e, sorridendo come se avesse appena letto una informazione scabrosa, la comunica agli altri monaci.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Tutti, a quel punto escono dalla situazione di meditazione ed, uno ad uno, sfoggiano una tecnologia che neppure immaginavo.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">iPhone, iPad, iWatch.......tutti a divulgare la notizia appena arrivata.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Mi crolla un po il mondo addosso, mi si impoverisce in un non nulla l'immagine di un mondo ancora libero da vincoli tecnologici.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Mi sento come preso in giro.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Io che pensavo vi fosse ancora, in qualche remoto angolo di mondo, un qualcuno in grado di vivere senza necessariamente essere soggiogato da un insulso e costoso pezzo di elettronica.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Io che mi rilassavo, in quei momenti di pressione e tensione dati dal quotidiano vivere, pensando a coloro che chiusi nella loro meditazione riescono a isolare lo stress estraendo, come una essenza profumata, la serenità di vivere dal semplice nulla.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Io che, molto probabilmente, non ho mai capito una cazzo....</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Ora so che non ho ancora trovato quell'angolo di mondo dove questo mio sogno esista ancora.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Forse dovrei arrendermi all'evidenza e tornare a casa senza più cercare quel luogo incontaminato che sogno.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Forse.....</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Ma arrendermi non mi piace.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Ed è per questo che domani si riparte ( monsoni permettendo ) verso la Spiti valley, superando i passi che ci separano da essa, cercando quei monti che si affacciano al cielo terso e non più nebbioso.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Per questo andremo lassù dove i telefoni cellulari non prendono .....per ora.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Per questo lasceremo, con rammarico e delusione, questo luogo che ci ha fortemente delusi.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Lo lasceremo però senza dimenticare le sofferenze di questo popolo, di questa gente che se è qui è solo perché ha avuto la forza di abbandonare la loro terra, la loro casa e cercare di ricominciare altrove.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Altrove è dove andremo anche noi, altrove è quel luogo che non conosci.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Io sono fortunato, noi lo siamo.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Possiamo cercare un altrove per scelta e non perché qualcuno mi stai cacciando o ancor peggio perseguitando.</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;">Per questa ragione, per tutti coloro che non possono scegliere, mi stringo in un abbraccio al popolo che ho appena conosciuto e dico loro, sono con voi, non mollate mai, credeteci ancora, Tibet free !!</span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;"><br></span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWXA8gwrELtkcB4kH2z1gxdqj2t5sRPWtjTs0WAcTlODgVMy-zwWUX7ZqPASvdRwxqZ4GVu4Eq5ZnPNWw8yxCiAQbKroOV00lAagtRQQ5WV0ZyfafQG_tXD3qq7KOPIFlyVjDLvakIbeXW/s640/blogger-image--60495688.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWXA8gwrELtkcB4kH2z1gxdqj2t5sRPWtjTs0WAcTlODgVMy-zwWUX7ZqPASvdRwxqZ4GVu4Eq5ZnPNWw8yxCiAQbKroOV00lAagtRQQ5WV0ZyfafQG_tXD3qq7KOPIFlyVjDLvakIbeXW/s640/blogger-image--60495688.jpg"></a></div><br></span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkvGlNSsTydnolofR08C7C7kexOtnIdpXkMFFVLIf6nIGEGt7YMAJ_W9ZlGC1xUfyCVIeB30MJq2tMoXDt7LbaOW1xPTB_-cdT8Ep8Qe0TjAoWbKPCG-yAvQsrG15Ed-lekAZKNCdzulA1/s640/blogger-image-1934596617.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkvGlNSsTydnolofR08C7C7kexOtnIdpXkMFFVLIf6nIGEGt7YMAJ_W9ZlGC1xUfyCVIeB30MJq2tMoXDt7LbaOW1xPTB_-cdT8Ep8Qe0TjAoWbKPCG-yAvQsrG15Ed-lekAZKNCdzulA1/s640/blogger-image-1934596617.jpg"></a></div><br></span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0-hOCbSyfBJNUnRBEDXw0REmzfNhO16Clj9V3KOrWXYSgYALFfHVJGjE3gev6-pGt1X97WWIrznmvIEplyhOXWFgKD2oXcjGC2ZfuDZKh6CYLAlMzg4Wrkh2UmaY4b9sXOIHVwePosm5W/s640/blogger-image--1480609259.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0-hOCbSyfBJNUnRBEDXw0REmzfNhO16Clj9V3KOrWXYSgYALFfHVJGjE3gev6-pGt1X97WWIrznmvIEplyhOXWFgKD2oXcjGC2ZfuDZKh6CYLAlMzg4Wrkh2UmaY4b9sXOIHVwePosm5W/s640/blogger-image--1480609259.jpg"></a></div><div class="separator" style="clear: both;"><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU7iakOutiJS0eVUE9OIBcLnu8BV5YhX95DAgomputoBQZsRZ1MRN0-kfqYjEPZEeMSmpntNRFq3Tn4PUUDgXPdi1fPxbXuADdufj8E4VXxR8Molqaq_a3jHW-JbqhBAeaK0Z2Gsk5E7Qo/s640/blogger-image--358014115.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU7iakOutiJS0eVUE9OIBcLnu8BV5YhX95DAgomputoBQZsRZ1MRN0-kfqYjEPZEeMSmpntNRFq3Tn4PUUDgXPdi1fPxbXuADdufj8E4VXxR8Molqaq_a3jHW-JbqhBAeaK0Z2Gsk5E7Qo/s640/blogger-image--358014115.jpg"></a></div><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigoQx4GJxWj5V_yu3HIi6yC9Zn3S5CqUelOI8zi_HV562uF0iymnlsdm24QWHH-LODi_A5KzSMJeB36de1FfMNF8kpguNLGxDLmOxXWAB9nPQAeCRCLbyyfRQaeD8LEOF_5UfZJptFbEJG/s640/blogger-image-985903523.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigoQx4GJxWj5V_yu3HIi6yC9Zn3S5CqUelOI8zi_HV562uF0iymnlsdm24QWHH-LODi_A5KzSMJeB36de1FfMNF8kpguNLGxDLmOxXWAB9nPQAeCRCLbyyfRQaeD8LEOF_5UfZJptFbEJG/s640/blogger-image-985903523.jpg"></a></div><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOOha4VMxClupt-34G5MuwspcFONbYthhCnV9hjnSskqPFwg5NMQeP8GdTGfkeGKrWa96ecz3gJueMVui1V4R4hhw0JfHBWcXIo8oJmHRP5G0B6aGNP3P_gMaCzwXsrP4eEtYUoVlltwRl/s640/blogger-image-750205247.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOOha4VMxClupt-34G5MuwspcFONbYthhCnV9hjnSskqPFwg5NMQeP8GdTGfkeGKrWa96ecz3gJueMVui1V4R4hhw0JfHBWcXIo8oJmHRP5G0B6aGNP3P_gMaCzwXsrP4eEtYUoVlltwRl/s640/blogger-image-750205247.jpg"></a> <div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFxX2kixDmkmZUTmOpo-cyF_cw6Wphz4pN7wJNv90maHm67TlE1BelybrMM9hzvZ4WcrWax4884oxod37RtBcxGp_CxzUH63kafhUyhJKm-fhhAYyIqwuum4s8VvbcHjxmC5rmNkmma8Ee/s640/blogger-image-457543686.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFxX2kixDmkmZUTmOpo-cyF_cw6Wphz4pN7wJNv90maHm67TlE1BelybrMM9hzvZ4WcrWax4884oxod37RtBcxGp_CxzUH63kafhUyhJKm-fhhAYyIqwuum4s8VvbcHjxmC5rmNkmma8Ee/s640/blogger-image-457543686.jpg"></a></div><div class="separator" style="clear: both;"><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivY8ZoVKogOFadytCLKzq7BuYymCpStxdjgaRdVwBxu7O16MN7VEK6VoZLjv4F-49INGyePFRTH64xW1UC16dplyKFfwtLG3D3O-21CrKSf4yl8EAPFwGbmyiMevk9xVM1V8ThJwdNxdXO/s640/blogger-image-1253106601.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivY8ZoVKogOFadytCLKzq7BuYymCpStxdjgaRdVwBxu7O16MN7VEK6VoZLjv4F-49INGyePFRTH64xW1UC16dplyKFfwtLG3D3O-21CrKSf4yl8EAPFwGbmyiMevk9xVM1V8ThJwdNxdXO/s640/blogger-image-1253106601.jpg"></a></div><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPFFVouEPG7EWWE2aNpE6SIKG9aXKkt2BvRini8fYDCmxUo897_d7Rpf3MfLXnxkIL2dY8ITIvnzZI7tZwyO4gEsGhWxaqid5LUb4I6OVV64ibJsXNmuSTibEX5V8O2rgWwrxSP0Umr2cg/s640/blogger-image-1630476561.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" 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style="clear: both;"><br></div></div></div></div></span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtebNO3m69Y_qGXMxlCRb-TjmLix9DTevG-eFTTabBeNE9R-wXuTsilUziHfz04YbnKBNTqk3XEXlhnxfsgcrC0RM6sBuZRXqDXcuD6mzITEFNpAD2KmNgQKjURY2aBonACbrtYIfZRmPs/s640/blogger-image--1427531888.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtebNO3m69Y_qGXMxlCRb-TjmLix9DTevG-eFTTabBeNE9R-wXuTsilUziHfz04YbnKBNTqk3XEXlhnxfsgcrC0RM6sBuZRXqDXcuD6mzITEFNpAD2KmNgQKjURY2aBonACbrtYIfZRmPs/s640/blogger-image--1427531888.jpg"></a></div></span></div><div><span style="-webkit-text-size-adjust: auto;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><br></div></div></span></div>Gianni e Gisellahttp://www.blogger.com/profile/07270018811726435824noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7035828676354992074.post-40657594598369129442017-08-11T09:25:00.001-07:002017-08-11T09:25:49.329-07:00Il mio amico Bin...Il frastuono di una sera Indiana, affacciato al balcone lercio e sudicio di un secondo piano di un hotel altrettanto sudicio, mi stimola a cercare di riassumere in poche frasi un mondo così lontano dal mio che mi pare essere in un film ma in realtà....noi siamo qui, e se questo è un film, noi siamo le comparse di una scena di esso.<div>Nulla di tutto ciò però è vero, non basta premere il tasto di un telecomando per cambiare film e ritrovarsi di colpo in un ambiente che calzi su di noi come un vestito tagliato da un sarto, occorre vivere questi istanti per non dimenticare mai che il mondo non è ciò che si vive quotidianamente a casa, non è quel recinto sicuro ed ovattatato all'interno del quale ci rifugiamo la sera di ogni singolo giorno, è un mondo che cambia perché noi siamo diversi e nel contempo uguali.</div><div>È il mondo che cultura, storia, religione hanno plasmato ma dietro ad esse, inevitabilmente c'è l'uomo.</div><div>Quella forma di vita creata per dominare e popolare una sfera di terra e mare circondata da aria respirabile che noi, le forme di vita intelligenti, stiamo rendendo invivibile.</div><div>È casa nostra, è casa mia anche questo lembo di terra caotico e sudicio dal quale partono queste frasi forse dettate più dalla stanchezza che dalla ragione ma è casa mia, è il mio mondo, è la mia aria tant'è che.....io qui sopravvivo !</div><div>Sono le 5.30 del mattino di ieri quando lasciamo in tutta fretta e quasi di soppiatto Srinagar.</div><div>Lo facciamo per evitare l'infernale traffico ed il dirompente, costante rumore dei clacson i quali, all'unisono, risuonano nelle strade, entrano nei timpani, ti sfondano il cervello diventando talmente una normalità tanto da rendersi udibili solo se, per qualche ragione, cessano.</div><div>Sappiamo di dover percorrere un tratto di strada a rischio.</div><div>Siamo in Kashmir e da subito notiamo migliaia di militari, armati sino ai denti i quali, a distanza di una decina di metri l'uno dall'altro formano due colonne di armi lungo i due lati della strada.</div><div>Dico migliaia perché questo accade per i primi 70 km del nostro tragitto nebbioso è umido del mattino indiano.</div><div>I fumi delle immondizie bruciate è una leggera pioggia rendono l'ambiente tetro e minaccioso.</div><div>Noi siamo soli e l'unica arma che abbiamo è la nostra forza di volontà unita alla cocciuta determinazione del " tutto andrà bene".</div><div>Percorriamo quei km nascosti a panino fra due camion militari che, insieme ad altri infiniti, continuano a portare militari armati chissà dove.</div><div>Ci chiediamo cosa stia succedendo, ma nel contempo non vorremmo saperlo e neppure volessimo sarebbe facile scoprirlo, quindi.....let's go !</div><div>Gisella ha studiato con cura un tragitto sulle montagne e da lì a poco raggiungiamo il paese il quale, dovrebbe, permetterci di imboccare il bivio tanto agognato.</div><div>Così è in effetti, anche se per non tediarvi troppo non sto a raccontare quanto sia stato difficoltoso farlo a causa della completa assenza di indicazioni stradali e, di un mondo, che nel frattempo si è svegliato.</div><div>Sono le ore 9 del mattino, iniziamo a salire verso l'ennesimo passo, sappiamo che alla meta della giornata mancano solo 140 km i quali, per noi in italia potrebbero essere percorsi in meno di due ore.</div><div>Le strade sono difficili, uno sterrato molto insidioso si mostra a noi come un serpente che sale verso il cielo.</div><div>Non vi sono altri mezzi su quella strada, solo noi.</div><div>La paura che qualcosa vada storto non tarda ad assalirci e come se non bastasse, le uniche persone che incontriamo sono donne e uomini di montagna.</div><div>Questi abitano in case di fango con il tetto ricoperto da arbusti ed erba.</div><div>I bambini, nati chissà da chi e chissà in che modo, scappano appena ci vedono quasi non avessero mai visto un europeo.</div><div>Gli uomini paiono tanti sosia del meschino Bin Laden.</div><div>Ci guardano con occhi di ghiaccio, non rispondono al saluto che, sopratutto in territori apparentemente ostili, abbiamo cura di fare agitando la mano in segno distensivo.</div><div>Sentiamo forte la paura del "se".</div><div>Se dovessimo avere un problema con la moto....se non riuscissimo a raggiungere la città entro sera...se...se...</div><div>Poi ci ricordiamo che i "se" noi li lasciamo a casa.....</div><div>E così, senza se.....alle ore 18 della sera, stanchi, sporchi ed impolverati tanto da far quasi schifo al più lercio degli indiani, arriviamo a Kishtwar.</div><div>Un paese posto a 2500 metri, credo non più di mille anime ma di certo un solo, unico, putrido ed inqualificabile hotel.</div><div>Eppure, a noi i quali non più tardi di qualche ora prima eravamo persi chissà dove a 4000 metri in compagnia dei sosia di un terrorista, pare una reggia.</div><div>Prendiamo stanza, riponiamo i bagagli in camera così come le due taniche di benzina.</div><div>Facciamo una doccia in quel bagno che, seppur più simile ad un porcilaio che ad un servizio igienico, ci pareva pulito.</div><div>Usciamo in strada ma sin da subito veniamo accerchiati da uomini che fanno mille domande, sempre le solite: siete sposati ? Avete figli ? Lei è tua moglie ?</div><div>Capiamo di dare troppo nell'occhio e decidiamo di tornare in stanza.</div><div>Entrando avverto una gran puzza di benzina, sia chiaro, di puzze da queste parti ve ne sono a libera scelta ma quella della benzina in camera da letto è un brutto affare.</div><div>Una delle due taniche trasuda ed i vapori hanno saturato l'aria.</div><div>Non accendiamo la luce per scongiurare una esplosione e, utilizzando delle cinghie per i bagagli, appendo le taniche fuori dalla finestra.</div><div>Tutto facile, tutto bene....</div><div>Si, in parte....</div><div>La parte non proprio positiva è data da quella fetta di pollice, il destro, che mi viene tranciata di netto nel chiudere il chiavistello della finestra.</div><div>Un gran dolore, ma nulla al confronto della immediata e carinissima medicazione di Gisella.</div><div>Occorre disinfettare dice lei !</div><div>Cosa ho detto io invece non lo riporto in questo post per discrezione.</div><div>Poco male, bendato ed incerottato con del nastro adesivo parte dei miei atrezzi per la moto, provo a fingere di essere al manubrio per capire se la mia nuova menomazione mi porti dei disagi.</div><div>Il clacson è a sinistra, quindi sono tranquillo, il guanto fa un male cane ma mi abituerò.</div><div>Così, come il giorno era iniziato, appena con un pezzo di dito in meno, finisce.....poteva andare peggio quindi siamo felici.</div><div>Il mattino di oggi arriva in fretta e così, Gisella e ciò che resta del sottoscritto ripartiamo, destinazione sud, destinazione e obiettivo: uscire dal Kashmir.</div><div>Le strade finalmente migliorano, un asfalto quasi asfalto si snoda dinnanzi a noi e ci permette di raggiungere la salita del colle Sinthan pass.</div><div>Nonostante l'altitudine le montagne sono verdissime ed un bel sole ci accompagna alla cima.</div><div>Appena scollinato il passo notiamo una primitiva tenda costruita forse con un semplice telo.</div><div>Sotto di essa un rudimentale quanto affascinante fuoco acceso.</div><div>Di fronte ad esso un uomo.</div><div>Un viso cotto e carbonizzato dal sole, la barba lunga e rossa come le fiamme del fuoco stesso, un abbigliamento in tutto simile a quel Bin tristemente famoso, ma con una grande, enorme differenza, questo mi sorrideva.</div><div>Non esito, non tentenno neppure un attimo, accosto a sinistra, spengo la moto e mi avvicino.</div><div>Il Bin buono mi viene incontro, mi stringe la mano e cominciamo a parlare.</div><div>Ho detto parlare......non comunicare.</div><div>Lui non parla inglese ed io non parlo il suo dialetto, però ci capiamo, forse perché tutti e due abbiamo lo stramaledetto vizio di sorridere.</div><div>Si avvicina al fuoco, prende una pentola esternamente nera mentre dentro di mille colori come sono stati i cibi cucinati in essa chissà da quanto tempo senza che venisse lavata.</div><div>Prende dell'acqua, una caraffa di latte di pecora, una manciata di pepe, un po di zucchero a grana grossa e mette tutto sul fuoco.</div><div>Lui ride mentre io guardo quell'intruglio e penso a come farà Gisella ad ingurgitare il latte di pecora a lei non proprio.....gradito.</div><div>Passiamo alcuni istanti dinanzi al fuoco insieme sino a quando l'intruglio inizia a bollire.</div><div>Il Bin buono prende un cucchiaino dai mille colori come la pentola, assaggia l'intruglio, fa cenno con la testa che è buono ed a quel punto ne versa due bicchieri colmi, uno per me ed uno per Gisella....</div><div>Gisellaaaaaaa, grido io chiamandola mentre lei era già persa a rincorrere le pecore e le mucche in giro per i prati come farebbe Heidy, vieni che il tuo latte è pronto.</div><div>Fatico a farla rientrare ma ancor più a deglutire l'intruglio, ma era talmente buono il sorriso di Bin che non poteva essere meno buono il suo intruglio.</div><div>Ci sediamo accanto Bin ed io, io mi accendo un sigaro e lui lo osserva incuriosito.</div><div>Gli chiedo se ne vuole uno e lui mi sorride nuovamente.</div><div>Io cedo, mi avvicino alla moto e prendo un pacchetto intonso di sigari, glielo porgo e lui apre le rughe del suo viso truce squarciandolo con un sorriso.</div><div>Stiamo insieme una mezz'ora a parlare senza comunicare.</div><div>Ma quel non capirsi è stato più chiaro e forte di tante parole e frasi dette fra persone che dovrebbero comprendersi ma in realtà non si ascoltano.</div><div>Risaliamo sulla moto Gisella ed io, quasi in silenzio prendiamo la discesa, ora sterrata, che ci porta qui dove ora lottiamo con quel mondo così differente dal nostro.</div><div>Quella discesa che molte ore dopo ci ha consentito di essere su questo balcone lercio e sudicio di un hotel a Chamba.</div><div>Fa molto caldo, l'umidità ci rende appiccicosi e mentre guardo la luna riflettersi su queste montagne cercando spunto per scrivere il post, Gisella mi chiede se vada tutto bene.</div><div>Io ripenso alla giornata, alla barba rossa del mio nuovo amico che ora starà dormendo di fianco a quel fuoco primitivo, sotto quella tenda ruspante e magari si starà fumando un mio sigaro.</div><div>Quindi le rispondo, ma in piemontese........si, tut Bin !</div><div><br></div><div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQS6DsW0SJBEt2Y3K99nZ80MGVjWUV5n2lZ8w13_IS4qQnracmKadUW8Ad89WjR98DTGfsFtd7E6vGnFPLfi7ukGMq0ocRTpzzGnTHcHxu61hyphenhyphenxJegQ-gnqu1RgOaBD-_x7brjcJEGRt3c/s640/blogger-image--1524154447.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQS6DsW0SJBEt2Y3K99nZ80MGVjWUV5n2lZ8w13_IS4qQnracmKadUW8Ad89WjR98DTGfsFtd7E6vGnFPLfi7ukGMq0ocRTpzzGnTHcHxu61hyphenhyphenxJegQ-gnqu1RgOaBD-_x7brjcJEGRt3c/s640/blogger-image--1524154447.jpg"></a></div><div class="separator" style="clear: both;"><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-02AQwMBUEECR2UIVkag7JLLQcVaSk0riFYHCpb9W0yzw7cTTPSJ-KOiHjQtGL2l8qE3JvLDsc0twcZmvsLS10K04oBKxGVEs9ov7sbDITbXmGpzm2t86cghO9e27IzJcPmEt-_2ltg8u/s640/blogger-image--945118731.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-02AQwMBUEECR2UIVkag7JLLQcVaSk0riFYHCpb9W0yzw7cTTPSJ-KOiHjQtGL2l8qE3JvLDsc0twcZmvsLS10K04oBKxGVEs9ov7sbDITbXmGpzm2t86cghO9e27IzJcPmEt-_2ltg8u/s640/blogger-image--945118731.jpg"></a></div><div class="separator" style="clear: both;"><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiczKykZ_aGiazYSLjyw3WuDa0NCKXvgpjHZYK-m2Q7qFOj-F6wIG-lC1O4Rgmv7M6vqVvS4gnVxy5_ZUb0UnweJf8XQ50T-_qyLQ2-z0kaErO-Nq-Ym3LilymVgbbVqT2iQ2Di4aszANj4/s640/blogger-image--955931375.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiczKykZ_aGiazYSLjyw3WuDa0NCKXvgpjHZYK-m2Q7qFOj-F6wIG-lC1O4Rgmv7M6vqVvS4gnVxy5_ZUb0UnweJf8XQ50T-_qyLQ2-z0kaErO-Nq-Ym3LilymVgbbVqT2iQ2Di4aszANj4/s640/blogger-image--955931375.jpg"></a></div><div class="separator" style="clear: both;"><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCGu4zOEkkGU40A_FlAFTUASni1UPE5y4uA1nDY3zdmJPLUBgoTWZs3ni_NjoTewjCQ6DiqM3-J5YQerrsxkRfFKprAJxJW3nsKMQV4JUjLOeY7LC3dsIMdKHCQ-ovcIyGln_fj-XCJAg-/s640/blogger-image--1220816890.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" 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class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaIHSyikbxF6M90YK3WHeLejWXE6X2MhyphenhyphennYoI214d2iWK6IfhYIczMuyIHNDPcmS45iBqwy6JjYsRF_gMt4Ebo1UkVB9cPpaFTtVWxzpLdu5WPscj-n5P_sioOGgAcUIvqLY5WAFMox5Uq/s640/blogger-image-2062468700.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaIHSyikbxF6M90YK3WHeLejWXE6X2MhyphenhyphennYoI214d2iWK6IfhYIczMuyIHNDPcmS45iBqwy6JjYsRF_gMt4Ebo1UkVB9cPpaFTtVWxzpLdu5WPscj-n5P_sioOGgAcUIvqLY5WAFMox5Uq/s640/blogger-image-2062468700.jpg"></a></div><div class="separator" style="clear: both;"><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a 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Mi sentirei rispondere in grande maggioranza: una lana morbidissima con la quale si tessono tessuti molto cari utilizzati per lo più per maglie.<div>Sono pronto a scommettere su questo perché io per primo, sino a qualche mese fa avrei così risposto.</div><div>Oggi invece, senza maglia di lana, è dal Kashmir che scrivo.</div><div>Abbiamo lasciato il Ladakh ieri mattina, diretti a ovest su strade che finalmente, ma solo temporaneamente, lasciavano scorrere le ruote di Himma e davano a tutti e tre la possibilità di godere a fondo dell'incontenibile potenza sprigionata dal suo motore........</div><div>Allontanarsi dal Ladakh per avvicinarsi al Kashmir, sin da subito, ci ha rammaricato.</div><div>Sapevamo di lasciare un luogo dove si respira una sensazione di pace.</div><div>Non so se dipenda dalla religione del luogo, il Buddismo, ma è un dato di fatto che ogni singola persona incontrata sprigionava sorrisi ancor prima di salutarti.</div><div>Così anche più a sud, verso Manali, dove la religione è l'Induismo. Anche in quell'area di mondo la sensazione di pace e grande accoglienza era palpabile.</div><div>Poco a poco che i km trascorrevano, diventava sempre più improbabile incontrare monaci buddisti per le strade o persone ad essi legati religiosamente.</div><div>Cambiano i volti, spuntano i capelli neri corvino, le barbe si allungano e le donne si coprono d'apprima il capo e poi anche il viso.</div><div>Siamo su un territorio completamente dedito all'Islam.</div><div>Nulla contro esso ovviamente, abbiamo girovagato in mille paesi dove l'Islam è sovrano e mai abbiamo trovato alcun ostacolo o atteggiamenti negativi nei nostri confronti.</div><div>Forse sarà il mio subconscio, forse la differente natura che lega il nostro essere con una filosofia, non solo di vita, così diversa.</div><div>Forse sarà il kalashnikov che un militare utilizza, puntandomelo sul ginocchio, per indicarmi gentilmente che potevo sedermi mentre lui mi preparava il pass per accedere alla zona.</div><div>Forse sarà il vedere militari super armati e addobbati di tutto punto tanto da apparire come pronti per una imminente guerra.</div><div>Non so da cosa dipenda ma il senso di disagio un po' ci pervade.........</div><div>Sono tanti i km che percorriamo a bordo di Himma anche quando la sera, inevitabilmente arriva.</div><div>Abbiamo ancora un passo da affrontare prima di raggiungere Kargil, cittadina profondamente Islamica,posta su un fiume ma sopratutto a pochissimi km dal confine Pakistano. </div><div>Sono le sei della sera e mancano ancora 65 km, molti dei quali sterrati e a più di 4000 metri di altitudine.</div><div>Facile dirsi, come già immagino qualcuno starà dicendo, " ehhh fermatevi prima ragazzi"...</div><div>Facile dirsi difficile farsi se non vi sono luoghi dove fermarsi, quindi non resta che annullare qualsiasi tappa e volare.</div><div>Raggiungiamo la città senza particolari problemi e troviamo riposo,presso un hotel, il quale da lontano pareva una reggia, da vicino una feccia...</div><div>La notte trascorre e stamane ripartiamo presto, obiettivo Srinagar in pieno Kashmir.</div><div>Sappiamo che a dividere il punto di partenza dall'arrivo ci sarà un ennesimo passo, non molto alto a dire il vero, infatti è più basso dei precedenti, ma di gran lunga il più mitico ed il più temibile, si chiama Zoji La.</div><div>La salita ci fa sorridere.</div><div>Avevamo letto narrazioni cruente tanto da far stare svegli i motociclisti prossimi a percorrerlo, ma noi di tutto questo terrore non abbiamo visto nulla.</div><div>Sino alla cima.....quando poi superato il punto di picco, dietro una curva a destra, lo Zoji si mette in mostra con tutta la sua crudele e spietata pericolosità.</div><div>Una ripida discesa disseminata di tornanti di polvere,talmente fine da sembrare talco, pare essere appiccicata ad una parete a strapiombo con la colla.</div><div>Sembra impossibile che la strada stia su, infatti mi fermo, arresto la moto, guardo quella strada e sento il cuore che inizia a battere forte.</div><div>Noi, scendendo, saremo costretti a stare per la maggior parte del tempo sul lato sinistro, ovvero sullo strapiombo.</div><div>Questo significa che quando incroceremo i camion, e ne incroceremo tanti, lo spazio per noi sarà ridotto o forse....dovremo inventarcelo.</div><div>Faccio un veloce conto alla rovescia, 3,2,1 ingrano la prima e parto.</div><div>Scendiamo galleggiando su quel talco che si deposita su di noi in ogni anfratto, ci impana la lingua come fosse una bistecca alla milanese, entra negli occhi sino a rendermi cieco a tratti.</div><div>Le ruote della moto, in particolare l'anteriore si muove quasi senza controllo ma mai senza abbandonare la traiettoria ideale per tenere anche noi, come la strada, appicciati alla parete.</div><div>I camion ci sfiorano e noi siamo spesso costretti a cercare rifugio su quel lembo di terra che, a strapiombo sul nulla, ci permetta di stare.</div><div>Quasi una apnea di 10 km, una infinita sensazione di pericolo ma nel contempo di bellezza atomica nel vedere quelle montagne e quei vuoti sotto esse.</div><div>Forse è questo che spinge gli alpinisti a salire, forse è questo che spinge noi a scendere.</div><div>Tocchiamo terra e finalmente troviamo anche il modo di soffermarci a bere.</div><div>La lingua, ormai cementificata, fatica a farci deglutire, ma l'acqua che abbiamo con noi ci dà sollievo.</div><div>Saranno i nostri visi ormai più simili a statue di talco che a persone, sarà il nostro modo di essere, comunque, felici oppure sarà la gentilezza degli abitanti del Kashmir, sta di fatto che in un attimo siamo attorniati da donne, uomini e ragazzi i quali ci stringono la mano, ci abbracciano stretti e si fanno fotografare con noi.</div><div>Un segno di amicizia che, nei nostri viaggi, abbiamo avuto modo di apprezzare mille volte, mai in Europa, mai in quei paesi detti "pacifici", sempre in quei luoghi che magari non ci hanno fatto dormire le notti precedenti.</div><div>Questo, dovrei ricordarmelo in futuro. Spesso lo scrivo ma poi lo scordo.....è proprio la dove il prossimo sembra un nemico che trovo invece un amico.</div><div>Ripartiamo nonostante lo spessore di polvere e sabbia su di noi quasi ci ricopra totalmente.</div><div>Ci accorgiamo di avvicinarci a Srinagar quando iniziamo a vedere il traffico aumentare.</div><div>Proprio nei giorni scorsi, parlando con Gisella, le dissi che quella che stavamo vedendo non era la vera India.</div><div>L'India che mi immagino e che in parte abbiamo visto in taxi il primo giorno, non sono montagne meravigliose, non sono strade magari sterrate ma stimolanti, bensì è caos, clacson, regole stradali pressoché nulle, fatiscenza e, ai nostri occhi, degrado.</div><div>Mancano 10 km a Srinagar e dall'interfono rompo il silenzio che era venuto a formarsi per dire a Gisella " benvenuta in India".</div><div>La città ed il suo delirio ci inghiottono.</div><div>Entro in un silenzio dettato dalla concentrazione alla guida.</div><div>La guida, per chi si chiedesse cosa intendo, non è guidare il mio mezzo bensì evitare ogni sorta di elemento esterno che stia per urtarci. Auto, camion, moto, tuk-tuk, vacche, cavalli, donne uomini, bambini, cani e per ultimo pecore. Tutto questo è abilitato a circolare per strada, in ogni dove un po' di spazio le permetta di stare.</div><div>Una ultima ora definibile, un tantino difficile, tanto da farci sembrare il passo appiccicato alla montagna come una qualcosa di salutare e privo di rischi.</div><div>Un po provati ma perlomeno ormi privi di polvere in quanto docciati, stiamo programmando la fuga di domani da questo luogo.</div><div>Partiremo alle ore 5 .30 del mattino, così da evitare un po di confusione ( almeno speriamo )</div><div>Ci dirigeremo in direzione Sud-Est cercando, in qualche giorno, di rientrare in Ladakh verso la Spiti valley.</div><div>Ovviamente mi rendo conto che giudicare un luogo, mediante un post, narrando situazioni vissute in soli due giorni sia estremamente riduttivo e non corretto.</div><div>Detto ciò mi scuso con il Kashmir, ma di certo ora ne so più di qualche mese fa.</div><div>Ora so che che non è solo un maglione.</div><div><br></div><div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSzNJWIUMjWcKGD-9WUKaLAzRnTjwihtrR2mkuzHJvYXCYQtr_tQ2PwL7UDSG4ovBrys0lV0hCsYX7rQxkvZZ4RrZfu0wwiTQdSuStvdEs0U4IqLYgi7u21GE6-9hPmJfud0Vn7CMCLE7h/s640/blogger-image--1294368178.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSzNJWIUMjWcKGD-9WUKaLAzRnTjwihtrR2mkuzHJvYXCYQtr_tQ2PwL7UDSG4ovBrys0lV0hCsYX7rQxkvZZ4RrZfu0wwiTQdSuStvdEs0U4IqLYgi7u21GE6-9hPmJfud0Vn7CMCLE7h/s640/blogger-image--1294368178.jpg"></a></div><br></div><div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSnUUFErOL3a_eR_ZsjRIvDvS7OQF7ATTjPi3wAHI0NxBYZRM-Wq6mSQ2PrfVF6DmfIOrtpwu7T3BSDEJuQ5RO6QE958KmlByGfKg9jzp3XHs5kJIPWVbjJxkIQSMN3r3e89uREolOKmcz/s640/blogger-image--826368960.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" 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essenza, la reale ragione che ci spinge ad affrontare delle situazioni apparentemente dure e difficili.<div>Non c'è desiderio di conquista, tantomeno autolesionismo, bensì il solo desiderio di conoscere, di vedere con i nostri occhi quel mondo che ci circonda.</div><div>Talvolta anzi spesso, mi scontro con sguardi attoniti o con frasi che avrebbero lo scopo di essere spiritose tipo " ma una crociera no ??".</div><div>Bene, partendo dal presupposto che rispetto chi va in crociera, dedico questo post a coloro che leggendolo chiuderanno gli occhi ed avranno, anche solo per un istante, la forza ed il coraggio di viaggiare con noi, di aprire i loro orizzonti ad un mondo che non è sempre cattivo, a coloro che avranno l'umiltà di pensare che anche in una baracca di fango o una tenda in mezzo alle montagne dell'Himalaya vi sono delle persone che hanno un cuore, un anima e che magari sono meglio di noi.</div><div>Nubra valley, ore 7 del mattino sulle montagne dell'Himalaya.</div><div>Mentre carico la moto, Gisella mi si avvicina e, senza volerlo, risponde alla mia domanda della sera prima.</div><div>Appoggia la sua giacca impolverata sulla sella e mentre si sistema il casco mi sussurra il piano del giorno.</div><div>Percorreremo la Nubra valley a ritroso ma, al termine di essa proseguiremo dritto ed andremo a fare una passo che ci porterà verso la valle del Pangong lake.</div><div>Il Pangong è un lago a 4000 metri di altezza, le sue acque si dividono fra il Ladakh è la Cina, tant'è che potremo percorrerne la strada attorno solo in parte in quanto i confini cinesi ci bloccheranno.</div><div>Guardo Gisella e scopro nei suoi occhi un grande desiderio nel raggiungere quelle acque.</div><div>Me ne aveva parlato ancor prima della partenza e credo che sarebbe un regalo riuscire a portarla in quei luoghi remoti.</div><div>Avvio la moto, Gisella sale ed insieme ripercorriamo la strada del fondo valle.</div><div>Ad un tratto incrociamo le tracce lasciate il giorno prima dai nostri pneumatici scendendo dal Khardung La, ma noi proseguiamo dritti verso una pista sconosciuta.</div><div>Percorriamo qualche km, non c'è presenza di camion militari e questo mi esalta, mi fa sentire felice.</div><div>Ad un tratto alcuni massi in terra paiono ostruire il passaggio, ma le ruote di Himma riescono ad evitarli e proseguiamo.</div><div>Da lì a poco vedo un uomo in mezzo alla strada, il volto ha colore del bronzo acceso, pare bruciare solo al tatto.</div><div>Mi fa segno di fermarci, io rallento nonostante la velocità fosse comunque bassissima a causa dello sterrato molto sconnesso.</div><div>L'uomo mi dice che devo tornare indietro, la strada è chiusa a causa dell'esondazione del fiume che percorre la valle prima dell'inizio del passo.</div><div>Siamo bloccati.</div><div>Ci troviamo a 4000 metri, dietro di noi la Nubra valley che muore nel luogo dove avevamo passato la notte è da dove eravamo partiti qualche ora prima.</div><div>Davanti a noi l'uomo di bronzo e l'acqua del fiume che ha inondato la valle.</div><div>L'unica via di uscita resta ripercorrere il Khardung La, risalire a 5322 metri, riconquistare quelle salite, risorpassare quei camion e poi... ? </div><div>E poi ridiscendere a Leh, da dove una seconda strada malconcia potrebbe forse permetterci di raggiungere il Pangong.</div><div>Questo però significa 300 km contro i 90.</div><div>Questo significa stravolgere i piani.</div><div>Ma questo significa andare dove il desiderio di Gisella le aveva fatto nascere un sorriso.</div><div>Per questo non esitiamo, ruoto la moto di 180 gradi, ripercorriamo a ritroso la strada sino alla salita del passo più alto al mondo, prendiamo fiato e iniziamo a salire.</div><div>Eravamo partiti dall'Italia per raggiungere e superare questo passo una volta !</div><div>Eravamo decisi a farlo,pur sapendo che sarebbe stato difficile.</div><div>Ora siamo costretti a farlo come quando a casa mia, la strada principale è chiusa per lavori, ed io devo allungare di un km per raggiungere l'ufficio.</div><div>Le ruote iniziano a girare, il motore di Himma annaspa sulla salita del The King of pass, io appeso al manubrio cerco di guidare ma nel contempo di sorreggermi.</div><div>Infine Gisella che pizzicata fra me ed i bagagli dietro alla sua schiena si appende a tutto ciò che può per evitare di essere sbalzata fuori. </div><div>La sella di Himma è piccolina e Gisella si trova spesso involontariamente seduta sui bagagli a causa dei sobbalzi causati dal terreno fortemente accidentato.</div><div>I camion dei militari sembrano non finire mai.</div><div>Dagli scarichi escono cilindri di fumo vomitati fuori ad ogni accelerata.</div><div>La polvere ed i fumi quasi ci impediscono di vedere cosa ci sia davanti a noi.</div><div>Il fiato scarseggia ma non possiamo mollare, non possiamo fermarci.</div><div>Non ci sono luoghi di sosta ed inoltre le pietre delle montagne paiono essere prossime a lasciarsi andare.</div><div>La stessa strada del giorno prima, gli stessi sassi, le stesse buche e gli stessi strapiombi, oggi mi paiono meno amici a causa del fatto che mi trovo costretto a ripercorrerla non per scelta.</div><div>Quegli infiniti 50 km di salita al passo paiono essere dieci volte di più.</div><div>Raggiungiamo la sommità del passo e questa volta, come sempre facciamo a meno che non sia la prima volta, lo superiamo senza fermarci.</div><div>Scendiamo a valle, giusto il tempo per un caffè in un bar malandato di un chef point militare ed un sigaro a quota di 4000 metri e filiamo via lisci fino a Leh.</div><div>Tanta fatica e siamo dove eravamo il giorno prima.</div><div>Faccio benzina avendo cura di riempire anche le taniche di scorta ormai svuotate.</div><div>Non posso scordarmi di rifornire di carburante Himma, non troveremo più nulla per 350 km.</div><div>Siamo già molto stanchi, ma è come se la tappa di oggi stesse iniziando solo ora.</div><div>Ci spostiamo a sud di circa 30 km dove una seconda " strada" parte per raggiungere il Pangong lake.</div><div>Non mi aspetto nulla di buono, ma Gisella mi incoraggia dicendo " dai, magari la strada è asfaltata"...</div><div>Apprezzo il suo incoraggiamento ma la realtà si mostra sin da subito differente.</div><div>La strada si inerpica poco a poco. Un rudimentale cartello ci indica che al Pangong Lake mancano a quel punto 140 km.</div><div>La velocità è bassissima ma almeno sono scomparsi i camion militari che nel frattempo avevano dipinto sul nostro volto i segni del Khardung La come i segni dei Marines dopo un combattimento.</div><div>Se aver superato il passo più alto al mondo può sembrare un qualcosa di importante, non meno deve esserlo raggiungere e superare il Chang La, ovvero il passo che ci darà diritto di raggiungere il lago dei sogni di Gisella.</div><div>Questo passo infatti è si più basso del Khardung La......ma solo di 10 metri....</div><div>Un sali e scendi sopra i 5000 come se fossimo sulle giostre di una luna park naturale.</div><div>Un insieme di sentimenti e di paure miste a dubbi sulla capacità di Himma di farcela.</div><div>Resta però l'incoraggiamento di Gisella sul quale anche lei a breve deve ricredersi, iniziano i guadi.</div><div>Prima uno, poi un secondo e così via per un totale di più di dieci.</div><div>Il pomeriggio ormai è al termine e le alte temperature hanno fatto si che il livello dell'acqua aumentasse.</div><div>Ci immergiamo sino alla sella, Himma ci tira fuori con coraggio ma pare una cucciola che non ha forza.</div><div>Il sole tramonta in fretta dietro alle cime altissime che ci circondano ed il fresco del pomeriggio inizia a trasformarsi in freddo.</div><div>Il Chang La è davanti a noi, un ghiacciaio imponente pare quasi proteggerci ma nel contempo spaventa per il suo essere così vicino.</div><div>Scendiamo e chiedo ad Himma di mettercela tutta, così farò anche io.</div><div>La stanchezza e forse le continue variazioni altimetriche si stanno facendo sentire.</div><div>Scendiamo a valle, raggiungiamo il check point di ingresso alla valle che porta al lago ed al confine con la Cina.</div><div>Da subito ci fanno capire che non vogliono farci passare e la cosa ci spaventa.</div><div>Poi comprendiamo che, purtroppo, tutto il mondo è paese e con 200 rupie apriamo i cancelli.....</div><div>Altri guadi, altra acqua ed alla fine scorgiamo le montagne riflettersi nello specchio d'acqua del sogno di Gisella.</div><div>Accelero, chiedo ad Himma un ultimo sforzo e finalmente siamo sulla riva.</div><div>L'acqua è di mille colori, le montagne paiono doppie grazie al loro riflesso su quello specchio di natura.</div><div>Raggiungiamo infine un campo tendato, siamo soli.</div><div>Il proprietario ci offre da dormire con cena inclusa per totale di 2500 rupie.</div><div>La tenda si affaccia al lago, un vento violento la gonfia come fosse la vela di una barca.</div><div>Il letto è rudimentale ma per noi sarà il più bello. Quando arrivi in luoghi come questo, comprendi quanto sciocco è scontato sia il nostro modo di vivere quotidiano.</div><div>Scopri che se per noi, non avere l'acqua calda è un dramma, per altri è la normalità è quasi ti senti a disagio nell'averglielo fatto notare.</div><div>Scopri come una rudimentale gomma in una altrettanto rudimentale tenda sferzata dal vento sarà dove farai la doccia.</div><div>Scopri che, nonostante questo dia effetti non desiderati sulla virilità maschile, fare una doccia gelata a 4000 metri ti mette fame e ti toglie la stanchezza.</div><div>Quindi, visto che la fame c'è si va a cena.</div><div>Il riso, il Dal ovvero una zuppa di ceci piccante ed un po di pane tandori ti ridanno la carica.</div><div>E poi viene la notte.</div><div>Quel letto che pare essere un tavolaccio con sopra solo un tappeto, il cuscino che pare aver vissuto più lui del sottoscritto, il vento che scuote la tenda e si infila in ogni dove ed infine i cani la fuori che, facendo il loro dovere, abbaiano ogni qualvolta un animale tenti di avvicinarsi alle tende.</div><div>Bene......</div><div>Se avete avuto il coraggio di viaggiare anche solo un istante con noi, ora avrete due differenti opinioni.</div><div>Qualcuno penserà quanto avvincente possa essere una vacanza come questa.</div><div>Altri, avranno già prenotato il biglietto per una crociera ....</div><div>Ai primi dico, fatelo....fatelo con il coraggio di cercare la gioia e la felicità anche nel cuscino dalle mille vite.</div><div>Fatelo perché la doccia gelata ha effetti negativi sulla virilità maschile solo temporanei.</div><div>Fatelo perché in questo preciso istante Gisella ed io siamo felici così !</div><div>Non vorremmo altro, non avremmo necessità di altro.</div><div>Fatelo senza cercare la conquista, senza cercare il diverso in giro per il mondo e sopratutto senza guardare gli altri dall'alto come spesso siamo abituati a fare.</div><div>Noi domani ripartiremo, cercheremo altre strade dove respirare, altra polvere da masticare, altri visi da osservare e dai quali imparare che per regalare un sorriso, non serve nulla, ma proprio nulla, solo ed esclusivamente la voglia di donarlo.</div><div>Meglio ancora se impolverato !</div><div><br></div><div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3skLkqQjLFx5rl11etPoTJ60U2d4M1gkAKCubCe2z1UxuL5DWHiG9GyOEoL2moOhaWv9nkFwDXmx8RNBFC6bFxPixUr7XXUO3Ab0Dj1ik10M4x8eUmwuvfuPH3WzVIrX1G3xpmxWGPFd6/s640/blogger-image-494326420.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3skLkqQjLFx5rl11etPoTJ60U2d4M1gkAKCubCe2z1UxuL5DWHiG9GyOEoL2moOhaWv9nkFwDXmx8RNBFC6bFxPixUr7XXUO3Ab0Dj1ik10M4x8eUmwuvfuPH3WzVIrX1G3xpmxWGPFd6/s640/blogger-image-494326420.jpg"></a></div><br></div><div><div class="separator" style="clear: both;"><a 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class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMobQ0X6UKm8Bvt7SUKIE4xTvqQ344f_tHqtOytAtQ3CfL8Br1U4LKbx_DYk9asW6xnByCo-X3X51J_xxoyQNtAUsF6hVzu9OeS9nvY418NmwrPk2aPDTI4Mt9oIS1iN3Nob-DiPCn8xj-/s640/blogger-image--1881605887.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMobQ0X6UKm8Bvt7SUKIE4xTvqQ344f_tHqtOytAtQ3CfL8Br1U4LKbx_DYk9asW6xnByCo-X3X51J_xxoyQNtAUsF6hVzu9OeS9nvY418NmwrPk2aPDTI4Mt9oIS1iN3Nob-DiPCn8xj-/s640/blogger-image--1881605887.jpg"></a></div><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a 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style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgv2CjRY6A9AaN-YYLjABHTyDyn9qcrMuqyQhOTCyBUZ6fbAxpUtXqrymH7xEqsuSCnhV1ihrFrpzWRugwupl8kZAzbV4ETvsdm7MHxR9LJgyoeePmRNR5oia65g4YS_bV6rtvXDYkUrAiq/s640/blogger-image-1014896914.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgv2CjRY6A9AaN-YYLjABHTyDyn9qcrMuqyQhOTCyBUZ6fbAxpUtXqrymH7xEqsuSCnhV1ihrFrpzWRugwupl8kZAzbV4ETvsdm7MHxR9LJgyoeePmRNR5oia65g4YS_bV6rtvXDYkUrAiq/s640/blogger-image-1014896914.jpg"></a></div><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4aUMOB_UIOQi4Mt_epTcDbUhinyJ2faTMhs4jpJmYoxoxKXxQu7T4KTs0ZisgalDozlCpG_us5G-qZ1H7RRvWV8960IUMyjQ1iLMBIrTBKCQ1y9qikXrhK6zdj_LhUi_0VVpSeLse4jDb/s640/blogger-image--1269134270.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 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both;"><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAxrStK2MHlpvQMFge1-pDIAUHoK1p25vSFQVqUtvAkAHTgl8dJX0gc6d6OhtozKoxCr9wDIIy2PCGhgAJdhVUGA3Ivwu6Z47WeLzS12A7JtxjcJz_9_y34thLID6EpE0myFVNHqBqh3Zo/s640/blogger-image--2122860003.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAxrStK2MHlpvQMFge1-pDIAUHoK1p25vSFQVqUtvAkAHTgl8dJX0gc6d6OhtozKoxCr9wDIIy2PCGhgAJdhVUGA3Ivwu6Z47WeLzS12A7JtxjcJz_9_y34thLID6EpE0myFVNHqBqh3Zo/s640/blogger-image--2122860003.jpg"></a></div><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a 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src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtxmsSafP3XoqfwKHvvupFQB6vWfNjZX_JpaypMWlylnm3ovfj1ca6pvMr7u3xReU0qaEdHTQC7dlpDXcoUQuXI9H12tlSrxJeMQFAF-MxQkLlSRyQ7nluM5A_pZ43ab3i6sRM0SkMr1D8/s640/blogger-image-932503532.jpg"></a></div><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><br></div><br></div><div><br></div>Gianni e Gisellahttp://www.blogger.com/profile/07270018811726435824noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7035828676354992074.post-4918414005061551082017-08-07T05:06:00.001-07:002017-08-07T05:06:14.673-07:00Khardung La.....the KingNonostante i 3200 metri di altitudine, questo mattino assolato di Leh ci accoglie con una temperatura primaverile.<div>La giornata di oggi 4 agosto, sarà una preparazione alla salita di domani verso il passo più alto al mondo, nel contempo avremo da dedicarci alla cura della moto la quale, a causa delle strade dissestate, mostra evidenti segni di affaticamento.</div><div>I porta borse laterali, ovvero quella sorta di cestelli metallici dei quali tutte le moto in India sono dotati, hanno perso parte dei fissaggi con il rischio quindi di perdere i bagagli ma ancora di più l'equilibrio nel caso si staccassero.</div><div>Partiamo quindi per un tour di Leh alla ricerca di qualcosa che aiuti il mio istinto da fai da te ad elaborare qualche congnegno per riparare la moto, in altre parole mi basterebbero due bulloni da 6 mm, cosa questa diffusissima in Italia.</div><div>Gisella si perde fra le vie colorate di Leh, immergendosi in una atmosfera di altri tempi e di altri mondi alla ricerca di piccoli ricordi materiali da riporre nei meandri di casa disseminati di immagini di luoghi lontani.</div><div>Io invece mi infilo in tutte le botteghe le quali abbiano una parvenza di ferramenta, ma l'impressione che provo ad entrare dentro questi luoghi mi porta talmente indietro nel tempo tanto che la mia memoria si ferma al punto zero della mia infanzia, forse dovrei aver vissuto secoli per ricordare ambienti simili.</div><div>Non trovo nulla, salvo un bullone da 8 millimetri, e due fascette metalliche a vite.</div><div>Mi farò bastare questo e, contento del mio bottino costatomi 200 rupie, l'equivalente di circa due euro, mi metto alla ricerca di Gisella.</div><div>La giornata trascorre mentre all'ombra di un pioppo il quale, nonostante l'altitudine è verdissimo e rilascia i tipici batuffoli del fiorire primaverile, mi accingo a sistemare Himma.</div><div>Non ho attrezzi, salvo un coltellino svizzero che utilizzo per allargare il foro dei portaborse.</div><div>Con l'aiuto di un ramo lungo un paio di metri e Gisella appesa all'estremità opposta, facciamo leva sul metallo sino a riuscire nell'allineare i due fori.</div><div>Infilo con forza il bullone e, nonostante il fiato si sia fatto corto per gli sforzi, siamo felici.</div><div>La notte scende e il mattino dopo saliremo su quel punto, infinitesimamente piccolo ma profondamente grande per noi, il passo più alto al mondo, il Khardung La.</div><div>Ci alziamo presto, anche perché l'agitazione della notte ha reso quasi impossibile il sonno.</div><div>Carichiamo Himma come sempre, per ultimo alloggio le taniche di benzina di scorta e poi mi soffermo a guardare quel povero ammasso di metallo ricoperto da borse pesanti.</div><div>Mi chiedo come potrà trascinare il proprio peso ed il nostro sino lassù.</div><div>Smetto di chiedermelo in fretta però, una sola domanda ha mille risposte se prima non provi ! </div><div>Per questo quindi, ingraniamo la prima marcia e partiamo.</div><div>La salita, sin da subito, si fa difficile.</div><div>La strada è uno sterrato di quelli che non danno confidenza, si viaggia per lo più zigzagando nel cercare di far roteare le ruote nei punti meno accidentati ma un intenso traffico ci avvolge e ci inghiotte.</div><div>Centinaia di camion militari, sbuffanti ed ansimanti, salgono e scendono come formiche impazzite.</div><div>Occupano tutta la carreggiata, ci costringono a manovre sul bordo della "strada" che tanto strada non è. </div><div>Noi da parte nostra dobbiamo anche occuparci del nostro corpo e vigilare su di esso alla ricerca di elementi di allarme che ci indichino un possibile malessere.</div><div>Stiamo bene e proseguiamo, metro dopo metro, sobbalzo dopo sobbalzo, utilizzando perlopiù la prima marcia in quanto, inserendo la seconda, Himma pare soffocare.</div><div>L'altimetro del mio orologio indica che abbiamo superato i 5000 metri, manca poco apparentemente, anche se in realtà quegli ultimi trecento metri durano una vita.</div><div>Raggiungiamo la cima, siamo felici ma anche avvolti da una miriade di persone che smuove in noi il desiderio di solitudine.</div><div>Non perdiamo quindi molto tempo nel goderci il momento anche perché le condizioni di salute, ottime sino a quel momento potrebbero cambiare.</div><div>Siamo sul punto più alto carrozzabile al mondo, ci siamo arrivati da soli, in moto, con soli 24.5 cavalli di potenza ma con una voglia di farcela che neppure un motore da corsa avrebbe potuto scalfire.</div><div>Ci guardiamo intorno, le montagne attorno a noi sono come grattacieli di Manhattan ma questi li ha creati la natura. </div><div>I nostri sguardi si incrociano, i sorrisi sbocciano, è ora di scendere.</div><div>Puntiamo la moto dritta verso la discesa verso la valle opposta, la Nubra valley.</div><div>Himma ringrazia, la pendenza ormai a suo favore e la gravità la fanno persino sembrare una moto con il carattere da combattente, peccato si difenda bene solo in discesa.</div><div>La strada resta molto difficile ma addosso abbiamo l'adrenalina di chi ha appena conquistato un sogno.</div><div>Scendiamo a valle, siamo a 4200 metri, sono esausto ma questo non mi toglie il desiderio di godermi una sana boccata di ossigeno.</div><div>Mi accendo quindi il mio secondo sigaro della giornata. In quota, anche per evitare l'immancabile è corretto cazziatone, non l'ho acceso.</div><div>La Nubra valle si estende per km con panorami che ci distraggono sin troppo.</div><div>Fatico a tenere gli occhi sulla strada, mi affido agli occhi di Gisella la quale come un giornalista sportivo mi dettaglia in forma di telecronaca le cose più esaltanti.</div><div>Arriviamo alla fine della valle, troviamo un campo tendato per la notte.</div><div>Parcheggio la moto, rimuovo i bagagli, controllo i vari staffaggi di fortuna è con soddisfazione noto che tutto ha tenuto.</div><div>Noi stiamo bene, siamo stanchi ma seppure provati esteriormente, ci sentiamo bene.</div><div>La notte scende e l'ultimo saluto va a noi, a chi ce la mette tutta e quando appoggia il capo su un cuscino anche un po' sudicio, non ne ha proprio più. </div><div>Il fiato si rilassa, il cuore batte più lentamente e le ultima parole che ho la forza di emettere sono una domanda per Gisella: domani ? Dove andremo ?</div><div>Ho tardato troppo ad emetterle, lei è già partita verso quel mondo che ad occhi chiusi ti permette di rivedere con calma ciò che durante il giorno hai solo sfiorato.</div><div>Sorrido e mi spengo anche io,</div><div>Non ha importanza dove andrò domani, è importante solo con quale spirito percorrerò quelle strade, con quale sorriso affronterò le mille insidie e, non ultimo, quanta importanza darò ad ogni singolo metro che per noi, è respiro, è vita !</div><div><br></div><div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIq4oQdp2RZ3rWhYGFUNRWXxYgVVdfY6tcz3xDnEa-W0xYBYARKVx0cSVVDk9j4fAO5fGnABJVOBP48zQJ5Ig7h4H5s73GoXxhFrVkcir24-8tz96HDkwHQmqZk3kEK1ydbv6cCupNz9Ck/s640/blogger-image--1905625438.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIq4oQdp2RZ3rWhYGFUNRWXxYgVVdfY6tcz3xDnEa-W0xYBYARKVx0cSVVDk9j4fAO5fGnABJVOBP48zQJ5Ig7h4H5s73GoXxhFrVkcir24-8tz96HDkwHQmqZk3kEK1ydbv6cCupNz9Ck/s640/blogger-image--1905625438.jpg"></a></div><br></div><div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUCPdOpayGm3VRXcJt0nZfSosqnkmJmzDNTFyKLTo8VE1vzvhHfYiOkznmqhzkpXhmIefuA2oFDsz_B-DeOEbetvnq9mJviXaQF1vVfD-uj62ST1HeTN0JgUfdsOGtcvrccVMXpo77j4X_/s640/blogger-image-346909540.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUCPdOpayGm3VRXcJt0nZfSosqnkmJmzDNTFyKLTo8VE1vzvhHfYiOkznmqhzkpXhmIefuA2oFDsz_B-DeOEbetvnq9mJviXaQF1vVfD-uj62ST1HeTN0JgUfdsOGtcvrccVMXpo77j4X_/s640/blogger-image-346909540.jpg"></a></div><div class="separator" style="clear: both;"><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjF4CbyTHGomGv2oTIYitHv0s3BWBiC7LV6nwuGOhm8O_LuPS0rcVd1CeSlSTMjcclFQBmK2gKBDXIMFQBRlB7nB1fRJu0rlsscKdZsKJbQ8I7AVC0ugNwMAKDrQNHEp6etNPPTgboFhqfp/s640/blogger-image-1314599764.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjF4CbyTHGomGv2oTIYitHv0s3BWBiC7LV6nwuGOhm8O_LuPS0rcVd1CeSlSTMjcclFQBmK2gKBDXIMFQBRlB7nB1fRJu0rlsscKdZsKJbQ8I7AVC0ugNwMAKDrQNHEp6etNPPTgboFhqfp/s640/blogger-image-1314599764.jpg"></a></div><div class="separator" style="clear: both;"><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgu8I1FqyxCBF4f0ZYSjAJlIzUUCTXAKD3etIHAdzBsR_M-qIn49FEJlbCa5wMEi-fPPKhSKg1yCdqmcQY5-e0ioHIR0HWMQWgb60_tL_s9-LFRKd7jv-p6RsHQDHFQuqWiGGfpJ9Vck5n0/s640/blogger-image--1133202575.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; 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margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrIMgpKIQhEIUh57_n3YXQLxGwR9GgdstdNW3X7ZRnupRpPws_P4IlkNQeZo-yFBBsCbNNshQuR23T0ryKLAObwqWb715obxUkrZmnJMg3MqZLniZHm9l6gzlHkhXE6vhInruXerFLTsny/s640/blogger-image-1287015442.jpg"></a></div><br></div><br></div><br></div><br></div><br></div><br></div><br></div><br></div><br></div><div><br></div><div><br></div><div><br></div>Gianni e Gisellahttp://www.blogger.com/profile/07270018811726435824noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7035828676354992074.post-49830475493416770842017-08-03T23:16:00.001-07:002017-08-03T23:37:27.117-07:00Tutto, proprio tutto, solo per un istante.È mattina presto a Manali quando lasciamo l'hotel e scendiamo per salire in groppa alla nostra moto debitamente caricata la sera prima.<div>Il cielo è nuvolo, una bassa nebbia avvolge le montagne attorno al paese ed all'orizzonte in direzione del Rothang pass, un cielo nero il quale sembra la lavagna della mia scuola elementare ci attende.</div><div>Verrebbe voglia di disegnarci sopra un sole ed un cielo azzurro ma questi sono ricordi di un bambino cresciuto, ora possiamo sono affrontare la realtà è sorridere a tutto.</div><div>Avvio la moto, Gisella si accomoda dietro come sempre e, come sempre cita la frase che anni fa diede l'inizio ad un libro " ok puoi andare".</div><div>Attraversiamo le caotiche stradine di Manali alla ricerca della cosiddetta highway per il Rothang.</div><div>Le strade già invase dal fango generatosi dalle pioggia notturne mi danno la sveglia e mi parlano in anticipo di quello che sarà il mio guidare quotidiano.</div><div>Troviamo finalmente il bivio, una stretta e ripida salita asfaltata si lancia verso l'alto. </div><div>Pensiamo di essere sulla strada giusta e quindi procediamo.</div><div>In assenza di indicazioni stradali occorre affidarsi all'istinto e forse, per questo, sulla moto che istante dopo istante iniziamo a conoscere, chi l'ha costruita ha pensato di aggiungere un importante optional.</div><div>Sulle nostre moto, ovvero quelle che abitualmente siamo abituati a condurre c'è ogni sorta di aggeggio tecnologico, dal navigatore, passando per la presa USB per scaricare i dati, sino ad arrivare al cruise control. </div><div>Su Himma, una Royal Enfield, i progettisti hanno invece deciso di installare una bussola.....</div><div>Che cazzata penso io, poi ripenso al viaggio in Mongolia dove grazie alla bussola fummo in grado di tornare a casa, è da quel pensiero apprezzo l'optional.</div><div>Continuiamo a salire e ad un tratto avverto delle gocce d'acqua sul viso.</div><div>Chiedo conferma a Gisella per sicurezza, " secondo te piove ?".</div><div>Lei, dotata di ottimismo che talvolta cerca di stravolgere la realtà mi risponde " no, è l'umidità della nebbia".</div><div>Cinque minuti dopo, grazie ai famosi parachute caffè,ovvero una sorta di bar costruito sotto una baracca di pietre, legno e come copertura un telo che in origine era il paracadute recuperato dai militari inglesi dopo la guerra, siamo al riparo di una pioggia torrenziale con in mano il Masala, un tè con latte, cardamomo e pepe....</div><div>La nebbia di Gisella aveva deciso di trasformarsi in pioggia di Gianni. </div><div>Siamo bagnati fradici e siamo diretti a 4000 metri di altitudine, un connubio non proprio auspicato.</div><div>Stiamo per circa un ora fermi in compagnia di una vecchietta che con in braccio un bimbo di qualche mese, incurante della pioggia, cerca di scopare il dehor del " bar " con una rudimentale scopa.</div><div>Quando la pioggia cala, ma non cessa, decidiamo di ripartire indossando le tute da pioggia sugli ormai zuppi vestiti con i quali eravamo partiti.</div><div>La strada diventa sterrata ed il fango è ovunque.</div><div>I camion indiani viaggiano sfrecciando in ogni senso di marcia, ci segnalano il loro arrivo con un frastornante colpo di clacson poi....sta a noi toglierci....loro non mollano.</div><div>Questa è la legge della foresta stradale indiana.</div><div>Il clacson salva la vita, il più grosso vince, il più piccolo deve cercare riparo fuori dal, già di suo, terribile nastro di pista chiamato strada.</div><div>Ecco quindi che in poco tempo Himma ed io diventiamo amici e scopro quanto sia brava del rifugiarsi sulla riva scoscesa della montagna o nel tuffarsi dentro ad un guado.</div><div>Un camion in senso opposto ci incrocia là dove non vi è fisicamente spazio per tutti e due.</div><div>Io punto la la moto verso sinistra dove la montagna sale, Himma si inerpica ma poi scivola con la ruota posteriore e il culo della moto scende verso valle lasciandoci appesi al manubrio, il camion passa, ci suona ma noi siamo bloccati. Il muso del camion ci sfiora ma la parte posteriore, più larga ci colpisce la borsa di destra. Sentiamo la moto scuotersi e siamo già pronti a saltare immaginando se la borsa dovesse mai restare agganciata al camion.</div><div>La fortuna ci aiuta e tolto un gran spavento e qualche graffio sulla borsa non accade nulla di più.</div><div>Raggiungiamo il passo, un 4000 che rispetto a quelli in previsione per i km a venire è poco più di un allenamento.</div><div>Un paio di foto per immortalare il momento, un abbraccio con due monaci tibetani in attesa di chissà cosa sotto una pioggia battente e ripartiamo tuffandoci verso valle.</div><div>Seguiamo il flusso dell'acqua che come un torrente riempie la strada.</div><div>Nelle nostre previsioni del mattino, saremmo dovuti arrivare a Sarchu, ma dopo 12 ore di guida nel fango e centinaia di camion sfiorati guardiamo l'ora e notiamo che sono già le 17 del pomeriggio.</div><div>Abbiamo percorso appena 140 km, siamo stanchissimi e bagnatissimi.</div><div>Ci troviamo a fondo valle, a "bassa quota " per queste zone.</div><div>Notiamo un campo tendato e decidiamo di passare li la notte.</div><div>La tenda, seppur spartana, ci sembra pulita.</div><div>Scarichiamo i bagagli, compreso le taniche di benzina di scorta e riponiamo tutto in tenda.</div><div>La benzina da queste parti è un bene raro visto che il rifornimento più vicino si trova a 375 km.</div><div>Ceniamo nel campo tendato, siamo gli unici ospiti.</div><div>Gli uomini del campo, le donne paiono non esserci in India, ci preparano un po di pane tandori ed una zuppa di gallina uccisa poco prima facendoci vedere se poteva andare bene.</div><div>Terminata la cena, entriamo in tenda esausti, il freddo è pungente e noi adagiamo il nostro sacco a pelo sotto le enormi coperte che ci hanno fornito.</div><div>Sollevando una di queste, un ragno grande come il mio pugno inizia a correre, forse disturbato dall'improvvisa luce e dagli sgraditi ospiti, ovvero noi.</div><div>Conoscendo la famosa fobia di Gisella per i ragni, mi scaglio sul padrone di casa e lo uccido con una manata nella speranza di non essere notato.</div><div>Gisella invece lo vede, mi guarda, mi chiede se fosse morto dopodiché, come se quel ragno fosse l'unico presente in tutta l'India, si complimenta e mi dice " ok ora dormiamo siamo stanchi".</div><div>Il freddo della notte a 3200 metri non ci sfiora sotto quelle coperte di lana di pecora e zampe di ragno, così al mattino siamo riposati e possiamo ripartire, obiettivo: altri tre passi, uno dei quali posto a 5200 metri di altitudine, per poi raggiungere Leh la cittadina cuore del buddismo in Ladakh a più di 340 km di distanza.</div><div>Salgo sulla moto determinato a raggiungerla, ma conscio che non sarebbe stato facile.</div><div>Ma come sempre dico, mai mollare e qualsiasi cosa succeda, sarà comunque una esperienza da gustare senza il rammarico di non aver adempiuto al progetto iniziale.</div><div>Non piove più, ma la temperatura è bassa.</div><div>Il freddo scalfisce i nostri volti avvolti solo in parte dai caschi che per l'occasione abbiamo deciso fossero aperti davanti.</div><div>Chissà cosa ci spinse a decidere per quel modello, chissà quale pensiero malsano ci pervase quel giorno visto che, per andare alle Canarie l'anno prima utilizzammo caschi integrali ovvero chiusi, e per andare in Himalaya invece....caschi da riviera ligure.....</div><div>La strada è pessima, sappiamo che avremmo incontrato dei guadi, 3 per l'esattezza.</div><div>Come sempre sono spaventato all'idea di immergere Himma, Gisella e me stesso dentro l'acqua.</div><div>In particolare quest'acqua scura, tumultuosa, tipicamente l'acqua che arriva dai ghiacciai zeppa di rocce e apparentemente nemica.</div><div>Di guadi ne abbiamo fatti tanti in passato, in Islanda, in centro America, in Mongolia, ma ogni volta il cuore mi batte forte.</div><div>Dopo circa 70 km di strada......tecnicamente definibile una merda....arriviamo al primo guado.</div><div>Sono impaurito ma nel contempo confido su Himma.</div><div>Gisella scende ed io ,senza indugi , ingrano la prima e parto.</div><div>La ruota davanti si immerge ed io sento l'acqua arrivarmi alle ginocchia.</div><div>La cosa più sbagliata da fare è fermarsi, quindi accelero, la moto si scuote a causa delle rocce nascoste sotto la melma grigiastra e a causa della corrente del torrente che scende vorticosa dalla montagna.</div><div>Sono in qualche misura onorato di avere sotto di me il frutto di un ghiaccio millenario, che giace a 8000 metri ed infine regala la vita a milioni di persone diventato acqua.</div><div>Detto ciò farei volentieri a meno di esserci immerso dentro.</div><div>Supero il guado e mi sento forte. Accarezzo Himma e corro incontro a Gisella la quale, immersa anche lei fino alle ginocchia, cerca di vincere la corrente mettendo un passo davanti all'altro.</div><div>Risaliamo in moto, e pochi km dopo un secondo guado ci attende.</div><div>Carico di adrenalina e forte dei complimenti ricevuti, non faccio più scendere Gisella e neppure mi fermo un attimo per analizzare la miglior traiettoria da compiere, mi immergo e basta.</div><div>Prima marcia dentro, acceleratore in mano e via !!</div><div>Sono al settimo cielo anche se marcio di acqua sino ai gioielli di famiglia.</div><div>I km si susseguono e superiamo anche il terzo ed ultimo guado.</div><div>Il cielo diventa parzialmente terso e si scorgono le cime delle montagne che ci circondano.</div><div>Noi siamo a 4200 metri di altitudine e le montagne attorno a noi ci appaiono come se, nelle nostre valli a 1000 metri di altitudine, osservassimo il Mon Viso. </div><div>Credo quindi che siano cime altissime, quelle cime delle quali il libro letto da bambino narrava.</div><div>La strada sale verso il passo a 5200 metri, non sarà il più alto che affronteremo in questo viaggio ma è comunque una altitudine alla quale non siamo abituati, per questo portiamo rispetto.</div><div>Beviamo tanto per combattere la disidratazione che a queste altitudine ti coglie nonostante il freddo.</div><div>La carenza di ossigeno genera effetti pericolosi e noi dobbiamo cercare di evitarli o perlomeno avvertirli in tempo.</div><div>Mano mano che saliamo iniziamo ad avere forti mal di testa, il fiato si fa corto e ci rendiamo conto che iniziamo ad avvertire il male di montagna.</div><div>Himma da parte sua inizia ad avere chiari segni di impoverimento delle prestazioni, già di suo non proprio esaltanti...</div><div>Arriviamo in cima, un vento gelido ci taglia gli occhi, scaglie di ghiaccio ci perforano la faccia.</div><div>Fatichiamo a camminare e a respirare bene, ma scendiamo comunque dalla moto per una foto veloce.</div><div>Chissà se la moto ripartirà, penso io mentre Gisella mi scatta una foto.</div><div>Inizio a sentire una gra senso di nausea, nonostante non mangi nulla dalla sera prima ho paura di vomitare. Per fortuna avendo il casco versione Riviera ligure, dovesse succedere, non riempirei il casco.</div><div>Occorre scendere più in fretta possibile, occorre scappare per rimettere il nostro corpo in condizioni di sicurezza.</div><div>Himma riparte e noi, nonostante la testa pulsi come se il cervello voglia uscire, ingraniamo le marce e ci tuffiamo a valle.</div><div>Fatichiamo a renderci conto della meraviglia che ci circonda. </div><div>Le montagne cambiano colore ad ogni chilometro e siamo senza fiato forse più per questa magnificenza che per la carenza d'ossigeno.</div><div>Il Ladakh ha in serbo per noi una sceneggiatura naturale che rapisce gli occhi e la mente.</div><div>Pare essere gelosa della sua bellezza anche perché, costringendo la gente a viaggiare veloci per sfuggire all'altitudine, possiamo solo ammirarla di sfuggita, senza potersi fermare neppure un secondo per rapirne una fermo immagine.</div><div>Arriviamo a quota 4000 metri ed il nostro corpo inizia a riprendersi.</div><div>La testa duole ancora tanto ma riusciamo a respirare ad anche il senso di nausea svanisce.</div><div>Mancano ormai sol più 70 km a Leh, la strada finalmente diventa asfaltata è da modo a Gisella, al sottoscritto e pure ad Himma di rilassare le membra viaggiando come se fossimo sui colli alpini di casa nostra.</div><div>Arriviamo a Leh 3200 metri di altitudine, praticamente al mare.... da dove ora vi scrivo all'ombra di un monastero tibetano.</div><div>Non c'è modo di telefonare<span style="font-family: 'Helvetica Neue Light', HelveticaNeue-Light, helvetica, arial, sans-serif;">, non c'è modo di collegarsi ad internet e tutto ciò, per un secondo ci deprime un po.</span></div><div>Poi osservo la gente che vive in questi luoghi i quali, in inverno scendono a -30 gradi di temperatura.</div><div>Vivono con scorte di cibo per due anni, così da poter sopravvivere in qualsiasi condizione.</div><div>Vivono di poco, ma vivono sorridenti e felici.</div><div>Non dico sia facile, non dico che vorrei fare cambio con la mia vita, ma dico....e non lo dico io bensì lo dicono i fatti, che vivono !</div><div>Oggi resteremo fermi a Leh, sia per acclimatarci ancora in previsione della tappa di domani, dove salire al 5600 metri di altitudine per superare il passo carrozzabile più alto al mondo, sia per metabolizzare i sorrisi e la pace interiore che questi luoghi e queste persone sono in grado di trasmettere.</div><div>Domani ripartiremo, ingraneremo la prima marcia e sarà ancora viaggio, sarà ancora scoperta di questo mondo che si lascia scoprire ed ammirare solo da chi ha il coraggio di mettere in gioco tutto, persino se stessi se necessario.</div><div>Salire lassù, dove la felicità è un respiro pieno di ossigeno, dove tutto ciò che conta è imparare a sentire se stessi, comprenderne la forza e sopratutto le debolezze.</div><div>Saliremo lassù in cerca del punto più alto grazie al quale lanciare un pensiero al mondo di sotto, un pensiero di amicizia, un sorriso senza secondi fini ed un abbraccio stretto come le montagne attorno a noi sanno fare.</div><div>Saliremo lassù per restarvi forse solo un istante, quell'istante che vale un viaggio, vale una sfida, vale forse la vita.</div><div><br></div><div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNmU2YknEoQpfDONWtVrCSGYmoV0W8frziEHpZLflXqNKu55q4zB3MlOU1oA7bkYy1Ad3BIeYA532ixQp50k6hlKbPwAXEE19u8GOJBuRe0WU7GbpOf60eCfbrYRNOXK-4Tji4HppWqwkb/s640/blogger-image-1544015632.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNmU2YknEoQpfDONWtVrCSGYmoV0W8frziEHpZLflXqNKu55q4zB3MlOU1oA7bkYy1Ad3BIeYA532ixQp50k6hlKbPwAXEE19u8GOJBuRe0WU7GbpOf60eCfbrYRNOXK-4Tji4HppWqwkb/s640/blogger-image-1544015632.jpg"></a></div><br></div><div><div class="separator" style="clear: both;"><a 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src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2UcL4fG1NtnKj4N-R2tOZKgzFpz0zZctwA5ecN5VfkMEF9QWTqNUfvdfALnT-fYD4rTNDJVIwjTS0Q0xJ_GzSirJ4Tcn-CQVnBgVA3q_N2ACuehofC_gNuzlLZfI4_lwhbr0Q5PqOOnOj/s640/blogger-image-1847801106.jpg"></a></div><br></div><div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhpk88F60ZvqnJagWMLnEwwuk7axQOBmCkvXE9YNm3cEJ0ZYliEgRFhjrT-aq9EiUCD7vWfQk4D5dI75sPXZrWPJDpu89zZ1JVeLvdiRmfitGhpxXGWeDO1epR_WdcF1oKKQI4IQ-MIEUc/s640/blogger-image-1950502030.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhpk88F60ZvqnJagWMLnEwwuk7axQOBmCkvXE9YNm3cEJ0ZYliEgRFhjrT-aq9EiUCD7vWfQk4D5dI75sPXZrWPJDpu89zZ1JVeLvdiRmfitGhpxXGWeDO1epR_WdcF1oKKQI4IQ-MIEUc/s640/blogger-image-1950502030.jpg"></a></div><div class="separator" style="clear: both;"><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIAs0TIrFOIFFIyQW7C96RJem3cghhiB0_UdGFpWUgToa__mDklFF80wpNSFTcYLw7P8X-pSlNL1ErM4ENPzKt-io_B94vXdxVEYUjDx2k2Mn-kKa1OH-5vG-aD323Z4sVssgbjFl-cWdm/s640/blogger-image--1050329255.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIAs0TIrFOIFFIyQW7C96RJem3cghhiB0_UdGFpWUgToa__mDklFF80wpNSFTcYLw7P8X-pSlNL1ErM4ENPzKt-io_B94vXdxVEYUjDx2k2Mn-kKa1OH-5vG-aD323Z4sVssgbjFl-cWdm/s640/blogger-image--1050329255.jpg"></a></div><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUK59ntDdd3lSilqNd7TQWpkWmOJnQwViFoLDJ_ydjVfspO5JcopKdXNHDR57C7hYDwdYqxycn6A_z7TuBqlBoAmpqpeZOtPxDvd6ZwMjEsd24qhLnMhof99zzRmts0GlbY8I8J8v_HKY3/s640/blogger-image--1980473660.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUK59ntDdd3lSilqNd7TQWpkWmOJnQwViFoLDJ_ydjVfspO5JcopKdXNHDR57C7hYDwdYqxycn6A_z7TuBqlBoAmpqpeZOtPxDvd6ZwMjEsd24qhLnMhof99zzRmts0GlbY8I8J8v_HKY3/s640/blogger-image--1980473660.jpg"></a></div><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnVjCOELD-qTscNWZxkm3MVzY-3OonwkVDCMOVUSy2jB6l-w-t4_bnbRO_N2U2es3xRWoW5dNYeu3o-c0HnRHUyD5QpEVRI_d_V6TSQ_3aG8t6ca6jPplgy972VtXwnM-NQtS9vWbcjeca/s640/blogger-image--657357490.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnVjCOELD-qTscNWZxkm3MVzY-3OonwkVDCMOVUSy2jB6l-w-t4_bnbRO_N2U2es3xRWoW5dNYeu3o-c0HnRHUyD5QpEVRI_d_V6TSQ_3aG8t6ca6jPplgy972VtXwnM-NQtS9vWbcjeca/s640/blogger-image--657357490.jpg"></a></div><div class="separator" style="clear: both;"><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigJytThTQlgFKdJ7QJVEJ8BeJmhIIzyNjVSLCbo7J7zf5LOfJU7xTa2plylyk51AMXwks4P7Sq35SKIa_lzpZ2TCsx1Dezh1kxRdvfQIFUN3ejDhO0rf-nWP85BlAQV-jPsNsaSsXJJoS1/s640/blogger-image--1998558834.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigJytThTQlgFKdJ7QJVEJ8BeJmhIIzyNjVSLCbo7J7zf5LOfJU7xTa2plylyk51AMXwks4P7Sq35SKIa_lzpZ2TCsx1Dezh1kxRdvfQIFUN3ejDhO0rf-nWP85BlAQV-jPsNsaSsXJJoS1/s640/blogger-image--1998558834.jpg"></a></div><br></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both;"><a 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src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihGkbePXy0QETzZxxT59VQMannhUwNq8Muzid42RlcGMr8JH3tG-Oj3haanSrHu9_0V9Iunc9Q2bI2x_aTKrq8Tc5CLHWCqNuXeRhN3Uom_vN1FHVg7LUe5YwyNJ1O8oCc6pwiTwlc9qO2/s640/blogger-image-1121743467.jpg"></a></div><br></div><br></div><br></div><br></div><div><br></div>Gianni e Gisellahttp://www.blogger.com/profile/07270018811726435824noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-7035828676354992074.post-60872371575435715832017-08-01T12:05:00.001-07:002017-08-01T12:29:34.375-07:00Just Crazy.....Just MarriedLa sveglia suona presta in questa camera di hotel di Manali.<div>Sono tante le cose che abbiamo da fare, e nessuna di questa sarà forse facile trovandoci in un luogo per noi sconosciuto.</div><div>Ci alziamo e separando le tende che oscurano la luce della finestra, guardiamo fuori con la speranza di non vedere più la pioggia torrenziale che ci ha accolti ieri sera.</div><div>Sorridiamo nello scorgere alcuni raggi di sole nonostante le nuvole fungano da cappello alle montagne attorno alla città.</div><div>Siamo riposati, abbiamo voglia di uscire e scoprire il mondo.</div><div>Ci vestiamo in fretta e percorriamo le scale che separano il terzo piano, dove si trova la nostra stanza....la numero 313 che tanto mi ricorda la targa della macchina di paperino, dal piano terra.</div><div>Usciamo in strada ed i mille suoni di clacson, il frastuono di un mondo che pare mai fermarsi ci fagocitano all'istante.</div><div>Prendiamo un tuk-tuk il tipico taxi cittadino indiano, una sorta di ape della Piaggio.</div><div>Con 100 rupie raggiungiamo il centro alla ricerca del concessionario dove ad aspettarci, a dire il vero già da ieri, c'è Himma la nostra moto.</div><div>Il mondo là fuori gira vorticoso ed è impossibile persino chiedere una indicazione stradale.</div><div>Ci colleghiamo ad internet con il telefono e scopriamo di essere a 3 km dal concessionario quando, stando alle indicazioni ricevute, avremmo dovuto esserci di fronte.</div><div>Nuovo tuk-tuk, altre 100 rupie e finalmente arriviamo da lei.</div><div>Ci sta aspettando, pronta per aiutarci e sorreggerci in questo nuovo viaggio.</div><div>Effettuiamo le attività necessarie per il ritiro, moduli da compilare, fotocopie dei documenti, ecc </div><div>Finalmente giro la chiave del cruscotto, avvio il motore e noi tre, tutti insieme ci dirigiamo verso il nostro hotel.</div><div>La moto c'è, i bagagli sono pronti, il Rothang pass ( ovvero il primo dei tanti passi che cercheremo di fare ) è chiuso e non verrà aperto sino a domani.</div><div>Sono le ore 12, abbiamo mezza giornata libera......che fare ?</div><div>Beh, mille sarebbero le cose da fare, che so....visto che siamo stanchi, riposarci. </div><div>Oppure passare il tempo ad acquistare oggetti che ci ricordino un giorno il nostro vivere vagabondo in India.</div><div>Oppure qualcosa di più intenso, qualcosa di solo nostro, che sia più di un ricordo ma nel contempo non sia nulla di materiale.</div><div>Che so quindi.....per esempio questo:</div><div>Accompagnati da Tushar, un simpatico indiano, ci rechiamo nel tempio Induista di Manali ( Hadimba ) ci togliamo le scarpe e le calze nonostante il fango e mille altre cose che preferisco non citare.</div><div>Entriamo in quel luogo sacro, colmo di misticismo mischiato a fumi di incenso, ci sediamo in terra a pensare o forse pregare.</div><div>Usciamo da quel luogo sentendoci più vicini alla terra, più uomo negli uomini e non, come a volte accade, un gradino sopra gli altri.</div><div>Seguiamo Tushar sino al negozio di abiti, dove per Gisella viene confezionato in due ore uno sgargiante abito Indiano di colore blu, azzurro e bianco, mentre per me cade a pennello un abito completamente bianco. mentre ci guardiamo sorriddiamo della bellezza senza fine che un po di pazzia ti da.</div><div>Guardandoci l'un l'altro come fossimo extraterrestri mentre altro non siamo che esseri tutti uguali solo vestiti in modo differente, mi sento toccare la spalla da Tushar, il quale mi invita ad indossare il tipico copricapo che gli uomini, tutti, indossano per l'occasione.</div><div>Una sorta di turbante color crema, con spille dorate e piumaggi da ornamento.</div><div>Allo specchio mi ricorda quando da bambino, a carnevale, mi vestivo da Sandokan, ma ora bambino non sono anche se forse non tutto di me è cresciuto e magari poco è invecchiato. Solo ciò che si vede da fuori, magari per non dare nell'occhio, ma dentro sono ancora Sandokan....</div><div>A Gisella invece viene coperto il capo con una stola bianca la quale, cadendo sulle spalle, la rende simile alle immagini mariane del nostro mondo. Per me invece è bella e mi ricorda la prima volta, in Iran, quando la vidi uscire dalla camera e la chiamai Jasmine...</div><div>Camminiamo scalzi per Manali, attraversando le corti che danno l'accesso al terrazzo dove è stato allestito per noi una sorta di altare in stile Indù. </div><div>Il pavimento è gelido, i piedi si gelano di conseguenza.</div><div>Ci avviciniamo all'altare dove un sacerdote indù accende per noi mille incensi.</div><div>Ci invita a sederci a fianco del piccolo fuoco acceso in terra, si sporca le mani con terra rossa dopodiché ci spalma sul viso quell'intruglio.</div><div>Come se non bastasse, ci invita a seguire le sue gesta, bevendo dell'acqua posta dentro un piccolo catino metallico, lanciando petali di rose ed infine.......giungendo le mani prega.</div><div>Una preghiera incomprensibile, ma non più di quanto non lo siano mille prediche e preghiere sentite nel mio mondo.</div><div>Il fumo del fuoco misto a quello degli incensi ci avvolge, quasi a volerci unire.</div><div>Siamo insieme Gisella ed io, siamo qui perché lo desideriamo così come essere insieme è un desiderato.</div><div>Sono mille i posti che ci hanno visto transitare insieme, è da ognuno di loro abbiamo portato a casa un ricordo e forse qualche mercanzia.</div><div>Da Manali porteremo via la consapevolezza di esserci, di esserci stati e di aver, anche solo per un pomeriggio, anche solo per una forma di coscienza puramente personale che nessun risvolto di obbligo morale possiede, detto si l'uno di fronte all'altro.</div><div>Un sì che sa di buono, non pre costruito, nessun obbligo, nessuna bomboniera, lista nozze, partecipazioni, parrucchiere, fioraio o scarpe da acquistare......anzi.....</div><div>Un si che null'altro è se non un sorriso profondo, uno sguardo che va lontano come cercheremo di fare noi a partire da domani mattina quando, con le scarpe ai piedi.....partiremo finalmente in moto.</div><div>Quindi.....direte voi, era un matrimonio ?</div><div>In un certo senso lo è stato, ma nostro, solo nostro.</div><div>A dire il vero c'era gente attorno a noi, ma non so chi fossero e neppure loro sanno chi io sia.</div><div>Di certo erano persone come me, come voi.</div><div>Di certo erano volti che sorridevano.</div><div>Di certo, come dico da tempo, erano amici che non avevo ancora incontrato, per questo forse ....sono venuti al nostro matrimonio.</div><div>Sono le 21 in Italia, più di mezzanotte qui a Manali.</div><div>Sono un po stanco, sarà la giornata intensa che mi ha rubato le energie.</div><div>Ripenso al primo post di questo blog, dove qualcuno ( anzi molti ) continuano a dire che forse siamo un po pazzi.</div><div>Ho speso una parte della mia vita a dire che non era vero, ma credo inutilmente.</div><div>Sebbene pazzo per me non è altro che un termine, forse essere pazzi a questo mondo significa uscire dagli schemi e fare, nel limite del possibile, ciò che ti piace senza curarti del pensiero altrui.</div><div>Se così è .......siamo dei pazzi.</div><div><br></div><div>Buonanotte mondo,</div><div>Buonanotte Jasmine.</div><div><br></div><div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8mv7dgGyANQk2JtskQ7eCfxTLAVVDlIbuSNyDXtMaVt2urdJRQ-Eg1NeNgsF8HF21q1zXuVEmAYDed3X_aunJcR3xtEyCSiVbhF9Wnb0X9QlavlHzaLHJxwiMhiGLn9vCVQEPnDned6gK/s640/blogger-image-1927027793.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8mv7dgGyANQk2JtskQ7eCfxTLAVVDlIbuSNyDXtMaVt2urdJRQ-Eg1NeNgsF8HF21q1zXuVEmAYDed3X_aunJcR3xtEyCSiVbhF9Wnb0X9QlavlHzaLHJxwiMhiGLn9vCVQEPnDned6gK/s640/blogger-image-1927027793.jpg"></a></div><br></div><div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFSniojfM-nKv0HYz3dV6HH0KXm5ZCQ3NiPev0JiEYCC4QCHOQ7SRtyBWKCB9ZaDyRKfGp0yGf1bCIZm0oZIU9BGSCMNUJRjDdZoLHTMUtkspegwJuzcqiZsEUGjFSlm1EX92fASvrAPWo/s640/blogger-image--1841995417.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFSniojfM-nKv0HYz3dV6HH0KXm5ZCQ3NiPev0JiEYCC4QCHOQ7SRtyBWKCB9ZaDyRKfGp0yGf1bCIZm0oZIU9BGSCMNUJRjDdZoLHTMUtkspegwJuzcqiZsEUGjFSlm1EX92fASvrAPWo/s640/blogger-image--1841995417.jpg"></a></div><br></div><div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFdES2Q5LGtsIWi7Punbd10IZjM0SzXD91nddVdLbEbp9j3LuxD-sXT9F15opPGP4fynVR4wfW6lzpf9UBXiYJrL5FayFfRyLpsNaixhlHO5sbas0Nta0HUMHrv5YHO7D8Pm3OsUCi9-70/s640/blogger-image--251422167.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFdES2Q5LGtsIWi7Punbd10IZjM0SzXD91nddVdLbEbp9j3LuxD-sXT9F15opPGP4fynVR4wfW6lzpf9UBXiYJrL5FayFfRyLpsNaixhlHO5sbas0Nta0HUMHrv5YHO7D8Pm3OsUCi9-70/s640/blogger-image--251422167.jpg"></a></div><br></div><div><br></div><div><br></div>Gianni e Gisellahttp://www.blogger.com/profile/07270018811726435824noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7035828676354992074.post-80938542864690116432017-08-01T10:29:00.001-07:002017-08-01T11:11:49.859-07:00Un penny per un voloMai partire senza aver organizzato tutto nei minimi particolari, leggemmo un giorno Gisella ed io su di un libro il quale autore è un famoso viaggiatore.<div>Per questo, anche se la nostra indole è sicuramente più avvezza all'improvvisazione, abbiamo cercato di essere un po' meno discoli ed un po più previdenti.</div><div>Grazie a quelle parole del libro quindi, in viaggi dove occorra necessariamente affidarsi ad altri, come per esempio per i trasferimenti in aereo, scatta la sindrome della pianificazione micrometrica la quale spesso ha origine mesi prima della partenza.</div><div>Per questo viaggio, dovendoci spostare di molto ed in breve tempo, abbiamo ( cioè io no, ma ho dovuto soccombere al volere altrui ) deciso di utilizzare il sempre comodo, veloce, puntuale ed affidabile mezzo aereo......</div><div>Mesi or sono quindi, cartina alla mano, collegamenti internet di svariata origine e forma, Gisella ha estratto le varie possibilità.</div><div>Tutte convergevano nel tragitto aereo fino a Delhi via Dubai. </div><div>Il dubbio era come spostarsi da Delhi sino a Manali dove ci troviamo ora, ovvero lunedi 31 Luglio ore 22.00.</div><div>La prima ipotesi era di noleggiare la moto a Delhi e viaggiare via strada sino a Manali.</div><div>Ipotesi questa scartata in fretta in quanto le strade non particolarmente belle ed il traffico intenso avrebbero trasformato quei 900 chilometri in 3 giorni di viaggio. </div><div>Tempo perso, ci dicemmo.</div><div>La seconda ipotesi, avanzata anche per accontentare il sottoscritto e farmi evitare un temibile è terribile volo interno, su bimotore a elica della Air India.....era di prendere un taxi a Delhi e viaggiare seduti in auto. Ipotesi che venne scartata a causa della pericolosità del viaggiare in auto con alla guida un autoctono e per via del tempo necessario.</div><div>La terza ipotesi, quella che io non avrei mai voluto sentir citare, prevedeva invece di salire su uno splendido uccello volante, dotato di due motori ad elica, la carlinga di colore bianco e rosso e sul timone posteriore una scritta a ricordare il marchio di fabbrica Air India.</div><div>Arriva il 30 luglio, sono le 6 del mattino, e noi partiamo con i nostri bagagli e le nostre pianificazioni alla volta della Malpensa.</div><div>Saliamo sul nostro aereo con sentimenti differenti, Gisella entusiasta come una bimba alle giostre, io come uno che sale al patibolo, sguardo atterrito, energie allo stremo, respiro affannato.</div><div>Incredibilmente, atterriamo a Dubai vivi. Dico incredibilmente perché per me è sempre una sorpresa atterrare e scoprire che la mia certezza di morire in volo, altro non era che suggestione.</div><div>Questa gioia da sopravvissuto dura meno di due ore, il tempo di risalire sul secondo volo che ci porta a Delhi. </div><div>Arriviamo a destinazione,alle ore 2.50 del mattino, stesso stupore di qualche ora prima e stesso senso di angoscia nel sapere che dovremo ripartire da lì a poco con un ferro vecchio targato Air India.</div><div>Ci rechiamo al gate 42 dove il catafalco è pronto a caricarci.</div><div>La voce degli altoparlanti però ci comunica che il nostro volo, causa forti monsoni è posticipato di un ora...... Se avessi potuto, sarei scappato !!!</div><div>Attendo quell'ora come uno che non solo si reca al patibolo, bensì lo fa passando prima per la ghigliottina così da essere davvero certo di morire.</div><div>Passa un ora, e la voce trasmette nuovamente il messaggio posticipando ancora il volo.</div><div>Guardo Gisella e vedo che lei è serena mentre io...........ma che ve lo dico a fare, tanto date ragione a lei !</div><div>Fumo, come quella sigaretta data al condannato a morte, quella che ha un gusto sublime mentre attendo l'ennesimo annuncio. </div><div>Questo non tarda ad arrivare, ma al posto di posticipare ancora, il maledetto volo viene annullato, troppo pericoloso.</div><div>In cuor mio esulto, sono vivo !!! Quello di prima non era l'ultimo sigaro....</div><div>Gisella ed io ci guardiamo un po' spaesati, in effetti siamo a 900 km da dove dovremmo essere, senza bagagli, senza aereo, senza taxi. </div><div>In compenso a 900 km abbiamo una camera di hotel che ci aspetta, una moto prenotata, e mille sogni da realizzare.</div><div>Ci rechiamo all'ufficio informazioni e questi, malinconicamente, ci danno alcune scelte: rimborso del biglietto.......riprogrammazione per domani, oppure viaggio in bus.....16 ore....</div><div>Gisella, che non sbaglia un colpo in geografia, ricorda il nome di un paese ( il quale ha un aeroporto che pare essere più un campo da bocce che una pista di atterraggio ) a circa 200 km da Manali.</div><div>Quindi chiede se il biglietto può essere convertito su quella tratta.</div><div>Acconsentono, ma ci sono solo 4 posti liberi, e mentre noi discutevamo altre due coppie, una israeliana e la seconda inglese, si sono avvicinate a noi ed alla idea di Gisella.</div><div>Quindi riassumendo, 4 posti e 6 persone, ergo due persone di troppo.</div><div>Fra me penso di avere ancora delle opportunità di salvarmi, sino a quando l'inglese mi guarda e con aria di sfida mi dice " tiriamo a sorte con una monetina noi due"....</div><div>Nel tentare la sorte non sono molto fortunato.......infatti su quel l'aereo ci siamo saliti Gisella ed io, in altre parole avrei vinto, ma in cuor mio ho perso.</div><div>Il volo dovrebbe durare un ora, ma a causa dei monsoni, i quali comunque imperversano anche a 200 km da Manali, sto maledetto pezzo di latta volante sta in aria per più di due ore.</div><div>Quando finalmente arriviamo a destinazione, non dopo mille scossoni e vuoti d'aria che hanno fatto uscire il mio essere cagasotto, occorre nuovamente ripianificare.</div><div>Siamo a 200 km da Manali, prendiamo un taxi, lo dividiamo con gli israeliani, pagheremo poco ed arriveremo in un paio d'ore..... Tutto questo accadeva alle ore 12.00 di lunedì 31 luglio.</div><div>12 ore dopo, entriamo nell'hotel dal quale vi scrivo, prendo in mano il computer sul quale vi scrivo, e cerco di trasferire anche solo un istante di quei 200 km, ipotizzati in 2 ore compiuti in 12.</div><div>L'India è un clacson.</div><div>L'India è un sorpasso contromano.</div><div>L'India è un viaggiare seduti dove l'ultimo dosso ha deciso di farti atterrare sino a quando quello successivo ti farà nuovamente decollare.</div><div>L'India è diversa da come io vedo il mio mondo, ma forse proprio per questo amo scoprire.</div><div>L'India è quel luogo che ti invade a partire dal senso dell'olfatto.</div><div>L'India è ciò per cui avevamo pianificato tanto.</div><div>L'India è un monsone, grazie al quale scopri quanto alla fine sia bello volare su un catafalco dell'Air India piuttosto di sobbalzare su un taxi.</div><div>L'India è ciò che abbiamo appena iniziato a scoprire, il resto è lì che ci aspetta.</div><div>Mai pensare di aver pianificato tutto, un bel giorno potresti trovarti a lanciare una moneta per aria con un inglese che ti sfida.</div><div>Mai pensare di aver vinto solo perché la faccia della moneta indica la tua scelta, quello .......è solo l'inizio !</div><div>Manali, 31 agosto Agosto.</div><div>Auguri ad Elena.</div><div><br></div><div>Non perdete il prossimo post</div><div>L'India è una sorpresa !</div><div><br></div><div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQGJ-CULp-FSzI_WJM7P8HjA2BwvHM7ZnV_Tbva8qgoTVkkP__WBJlplhNLxoo8NftYYtPMw3GhgHQzCV0tECU0t51Bz6TGrMn1KvkxssFSnICQ680O3Z_nCs6vUX8TGw7MHQZ3Fecsk3S/s640/blogger-image--267723746.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQGJ-CULp-FSzI_WJM7P8HjA2BwvHM7ZnV_Tbva8qgoTVkkP__WBJlplhNLxoo8NftYYtPMw3GhgHQzCV0tECU0t51Bz6TGrMn1KvkxssFSnICQ680O3Z_nCs6vUX8TGw7MHQZ3Fecsk3S/s640/blogger-image--267723746.jpg"></a></div><br></div><div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgR94zWYQ74ZDsGwTzFXxoTF24ZBdwqf5b0dXHDRlpYrMq12xfnV7-RGt7I652EwyeLyg1DvqfDlveHJ74QOf1NROmpdCaAfoF2YFGFpXWWFt1wHFz8zZ5dXUbeEwc6VS4Q7SLeq0SiKllY/s640/blogger-image-1937203687.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgR94zWYQ74ZDsGwTzFXxoTF24ZBdwqf5b0dXHDRlpYrMq12xfnV7-RGt7I652EwyeLyg1DvqfDlveHJ74QOf1NROmpdCaAfoF2YFGFpXWWFt1wHFz8zZ5dXUbeEwc6VS4Q7SLeq0SiKllY/s640/blogger-image-1937203687.jpg"></a></div><br></div><div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRulSNdDFK6I5LaTsHUu_uMpADeikeAfjZOxhYj0O-R_ZpdTgD_57_JulnZM0I3MSKRSLKVVq3s8r2ghO-bEK3PhBN6K_WPZyx2BPWEIvT-u2sujnmY-OZurSjEWBfocX8dq4qqu8T6FHZ/s640/blogger-image--1424483328.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRulSNdDFK6I5LaTsHUu_uMpADeikeAfjZOxhYj0O-R_ZpdTgD_57_JulnZM0I3MSKRSLKVVq3s8r2ghO-bEK3PhBN6K_WPZyx2BPWEIvT-u2sujnmY-OZurSjEWBfocX8dq4qqu8T6FHZ/s640/blogger-image--1424483328.jpg"></a></div><br></div><div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgl2M80LOQ7_IOiIWl30iqVNQEmGOko5ywTdI9ow8hAKnsBt8Fnh5N8mmBfhrd9mIhqag2nVFaXlcZV9-_-mnKBNbdnOJuP9ai1HYC7ZpHwYu6c8rZsdUmKXai2m2EdBlMul-IMqcGOR2iB/s640/blogger-image--1287701267.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgl2M80LOQ7_IOiIWl30iqVNQEmGOko5ywTdI9ow8hAKnsBt8Fnh5N8mmBfhrd9mIhqag2nVFaXlcZV9-_-mnKBNbdnOJuP9ai1HYC7ZpHwYu6c8rZsdUmKXai2m2EdBlMul-IMqcGOR2iB/s640/blogger-image--1287701267.jpg"></a></div><br></div><div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsZYMaD6RqvN66UjafQ8cy9uZ5sds2PrV7PBNPD600oyVBA9PfL4mqzi85P2wspWp2ThSuSEBxdnX2CeSpBUXDkoxq85aUnorWS0d8EL0LQaI4S2NO09Q-hcXxePa7vVP37FJogTTB6oq_/s640/blogger-image--320264822.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsZYMaD6RqvN66UjafQ8cy9uZ5sds2PrV7PBNPD600oyVBA9PfL4mqzi85P2wspWp2ThSuSEBxdnX2CeSpBUXDkoxq85aUnorWS0d8EL0LQaI4S2NO09Q-hcXxePa7vVP37FJogTTB6oq_/s640/blogger-image--320264822.jpg"></a></div><br></div><div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjScrSDH0NVoRRC94Ulq2jnGxtgqn6X_kA37J6x5BzW51wsu6LHZvBAog6SgpljsQh_rv69l-mdBOCLerDqlf3iFkBMMrv9YlBEAqU8krerBr0pLFbZjz5G75S1St1mGzL-dYlnjrNN0xw/s640/blogger-image-830169507.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjScrSDH0NVoRRC94Ulq2jnGxtgqn6X_kA37J6x5BzW51wsu6LHZvBAog6SgpljsQh_rv69l-mdBOCLerDqlf3iFkBMMrv9YlBEAqU8krerBr0pLFbZjz5G75S1St1mGzL-dYlnjrNN0xw/s640/blogger-image-830169507.jpg"></a></div></div><div><br></div><div><br></div>Gianni e Gisellahttp://www.blogger.com/profile/07270018811726435824noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7035828676354992074.post-19988834131640490062017-07-29T09:58:00.001-07:002017-07-29T09:58:26.585-07:00Se mai dovessimo fermarci.....Ci si sente sempre pronti, quando mancano settimane o mesi.<div>Poi, improvvisamente scopri che da lì a poche ore, le tue ossa e la tua anima saranno catapultate lontano, non solo in termini di chilometri, bensì anche in termini di secoli.</div><div>Viaggerai nel tempo, andando a ritroso sino a ritrovarti in quei luoghi che da millenni guardano il sole sorgere sempre allo stesso modo.</div><div>A breve ci si accorgerà di quanto il nostro vivere moderno altro non sia che una accozzaglia di cose superflue. </div><div>Di quanto, di tutto ciò che quotidianamente è per noi vitale, può tranquillamente restare a casa.</div><div>Ti accorgi di questo preparando la valigia di forma rettangolare, quando una volta serrata la cerniera che l'avvolge, guardandola da lontano appare un enorme uovo.</div><div>Ti accorgi subito dopo che non riesci neppure a sollevarla e immediatamente immagini a come potrai portarti dietro tutto quel peso sulle strade sterrate dell'India Himalayana a bordo di una moto che, già di suo, appare modesta in termini di prestazioni e resistenza alla fatica.</div><div>Ecco quindi che ti salta addosso l'ansia.</div><div>Riapri la valigia ed inizi ad osservare malinconico ciò che dovrai lasciare a casa.</div><div>Inizi a darti delle priorità, come forse dovremmo sempre fare.</div><div>Ripararsi dal freddo lo è, quindi l'abbigliamento tecnico viene con noi.</div><div>I sigari lo sono, quindi non si discute sulla loro presenza.</div><div>Le chiavi per effettuare un eventuale intervento sulla moto, lo sono meno....quindi stanno a casa, d'altronde non vado mica a fare il meccanico in Ladakh.....</div><div>E via così, su ogni singolo ospite della valigia, si instaura una discussione parlamentare la quale culmina ad un voto finale. Se tutti e due siamo d'accordo.....è facile.</div><div>In caso di parità invece.....non sto nemmeno qui a dirvi chi soccombe....tranne per i sigari ovviamente.</div><div>Ci siamo, poche ore separano il respiro dell'aria calda e piena di ossigeno di casa, da quel l'aria forse fresca e rarefatta delle valli sulle quali si appoggiano le montagne più alte al mondo.</div><div>Domani mattina varcheremo quella cacchio di porta che da l'accesso all'aereo, cercheremo il nostro posto, Gisella stamperà la sua fronte sul finestrino e guarderà il mondo scivolare sotto di lei per tutto il tempo.</div><div>Io cercherò il mio posto, non appena sarà possibile chiamerò la hostess, le chiederò di portarmi il liquore più forte che ha e cercherò di narcotizzarmi, o se preferite ubriacarmi, sino all'atteraggio.</div><div>Arriveremo a Manali dopo tre decolli e ( forse ) tre atterraggi. </div><div>Ci introfuleremo nelle viscere di Manali alla ricerca di Himma la nostra moto.</div><div>A quel punto, inizierà il travaso di quanto contenuto nelle valigie verso la moto, ovvero altre nuove discussioni parlamentari....</div><div>A quel punto, tutte e due le fazioni politiche saliranno su Himma e davvero....solo in quell'istante inizierà il vero viaggio.</div><div>Non perdetevelo, andremo piano, andremo in alto, andremo dove Himma ci permetterà di andare ma sono certo che anche lei, come noi, non si fermerà molto facilmente.</div><div>E se mai dovessimo fermarci, non dateci per vinti... magari sarà solo per osservare ciò che il mondo ci regala, respirare quell'aria povera ma ricca e perché no...fumarmi un sigaro !</div>Gianni e Gisellahttp://www.blogger.com/profile/07270018811726435824noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7035828676354992074.post-71057548781275291532017-06-28T01:55:00.003-07:002017-07-04T00:24:52.802-07:00Il nostro canto Libero<div style="margin: 6pt 0cm;">
<span style="font-family: "arial";">Erano circa le 15
del pomeriggio, di un luglio reso umido ed appiccicaticcio dall’arsura di quell’aria
inesistente che, immobile, ti spinge a dosare le forze anche solo nello stare
fermo.</span></div>
<div style="margin: 6pt 0cm;">
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"><span style="font-family: "arial";">Quel ragazzino, all’ombra
di una vite avvinghiata alla recinzione che divide il cortile della casa dei
suoi genitori con quella dei vicini, è seduto su una sedia a sdraio in attesa
che il sole diventi meno aggressivo e lui possa tornare a riempire la sua
giornata di vacanza con i suoi giochi preferiti.</span></span></div>
<div style="margin: 6pt 0cm;">
<span style="font-family: "arial";">Di norma la
bicicletta ed il pallone, rigorosamente scagliato verso il cancello che fungeva
da rete, ma come tutti i campioncini, talvolta la traiettoria del pallone prendeva
direzioni differenti investendo con la sua furia le rose della mamma.</span></div>
<div style="margin: 6pt 0cm;">
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"><span style="font-family: "arial";">Lui è la, in
pantaloncini corti, maglietta della sua squadra del cuore indosso, scarpette da
calcio rigorosamente legate con le stringhe avvolte su se stesse per due volte,
insomma sarebbe pronto per dare il calcio di inizio.</span></span></div>
<div style="margin: 6pt 0cm;">
<span style="font-family: "arial";">Ma il caldo e non
ultimo, o forse si…ultimo, i compiti delle vacanze, lo costringono ad una pausa
forzata ed alla lettura di un libro sul quale, poi, dovrà ricostruirne le
tracce nel fatidico e sempre traumatico riassunto del libro delle vacanze.</span></div>
<div style="margin: 6pt 0cm;">
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"><span style="font-family: "arial";">La scelta del
libro era libera e siccome il ragazzino tutto avrebbe voluto fare tranne che
immobilizzare se stesso e concentrarsi nella lettura, la sua mamma gli
consigliò un qualcosa che magari avrebbe potuto risvegliare in lui la giusta
voglia di leggere.</span></span></div>
<div style="margin: 6pt 0cm;">
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"><span style="font-family: "arial";">Gli venne
consegnato un tomo che ai suoi occhi appariva ingestibile ed eterno, centinaia
di pagine da leggere, scritte in piccolo, ma per fortuna, anche qualche
immagine.</span></span></div>
<div style="margin: 6pt 0cm;">
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"><span style="font-family: "arial";">Sulla copertina c’era
la foto di un uomo, vestito con giacca a vento, cappello in testa, il cappuccio
della giacca a coprire ulteriormente il capo e le mani erano nascoste da guanti
giganti. Lui, leggermente chino su se stesso è in piedi, alle sue spalle il
vuoto e sotto i suoi piedi la cime di una delle montagne più alte al mondo, il
Nanga Parbat, o meglio conosciuta la montagna assassina. </span></span></div>
<div style="margin: 6pt 0cm;">
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"><span style="font-family: "arial";">Quell’uomo, che
divenne il mio mito da li a poco, è Reinhold Messner e quel libro narra della
sua scalata in solitaria dopo che anni prima, sulle stesse pareti, vide morire
suo fratello.</span></span></div>
<div style="margin: 6pt 0cm;">
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"><span style="font-family: "arial";">Quel ragazzino,
aprì il libro ed iniziò a guardare le immagini frutto delle foto dell’alpinista.</span></span></div>
<div style="margin: 6pt 0cm;">
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"><span style="font-family: "arial";">Erano immagini
spettacolari, toglievano il fiato e nel contempo avevano la capacità di
annullare persino l’arsura di quel pomeriggio di luglio.</span></span></div>
<div style="margin: 6pt 0cm;">
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"><span style="font-family: "arial";">Il ragazzino
leggeva quelle parole intanto che con la mente già viaggiava. Scoprì che quelle
foto erano state fatte da Reinhold scegliendo i passaggi più tecnici e
difficili. Per riuscirvi, il pazzo alpinista, era costretto a percorrere tre
volte lo stesso passaggio. La prima volta per comprendere se fosse possibile,
una seconda volta per farsi immortalare dall’autoscatto della sua macchina
fotografica, una terza ed ultima volta per recuperare la macchina stessa.</span></span></div>
<div style="margin: 6pt 0cm;">
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"><span style="font-family: "arial";">Il ragazzino
faticava a leggere senza fermarsi e senza riflettere sulla grandezza di un gesto
simile. In solitaria, senza nessuno, senza ossigeno, solo con se stesso e con
la propria forza di volontà che talvolta, solo talvolta, pare abbandonarlo. </span></span></div>
<div style="margin: 6pt 0cm;">
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"><span style="font-family: "arial";">Le pagine
scorrono veloci e quasi la bicicletta ed il pallone sono passati in secondo
piano.</span></span></div>
<div style="margin: 6pt 0cm;">
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"><span style="font-family: "arial";">Dalla stanza dove
la mamma del ragazzino è intenta a cucire, cosa che fa di mestiere in quanto
sarta, la radio di quegli anni lancia una canzone che fa così:</span></span></div>
<div style="background: white; line-height: 24pt;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="IT" style="color: #330033; font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt; letter-spacing: -0.75pt;">In un mondo che</span></i></div>
<div style="background: white; line-height: 24pt;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="IT" style="color: #330033; font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt; letter-spacing: -0.75pt;">Non ci vuole più</span></i></div>
<div style="background: white; line-height: 24pt;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="IT" style="color: #330033; font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt; letter-spacing: -0.75pt;">Il mio canto libero sei tu</span></i></div>
<div style="background: white; line-height: 24pt;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="IT" style="color: #330033; font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt; letter-spacing: -0.75pt;">E l'immensità</span></i></div>
<div style="background: white; line-height: 24pt;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="IT" style="color: #330033; font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt; letter-spacing: -0.75pt;">Si apre intorno a noi</span></i></div>
<div style="background: white; line-height: 24pt;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="IT" style="color: #330033; font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 11pt; letter-spacing: -0.75pt;">Al di là del limite degli occhi tuoi</span></i></div>
<div style="margin: 6pt 0cm;">
<span style="font-family: "arial";">Il ragazzino si
immobilizza, ascolta quelle note ma soprattutto quelle parole, le mischia con
quelle il libro del suo nuovo eroe e forse proprio in quel momento, respira lo
stesso desiderio di pazzia e di libertà che solo la scoperta di un luogo
sconosciuto può dare.</span></div>
<div style="margin: 6pt 0cm;">
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"><span style="font-family: "arial";">In quel momento
il ragazzino, forse, diventa uomo.</span></span></div>
<div style="margin: 6pt 0cm;">
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"><span style="font-family: "arial";">Lo stesso uomo
che insieme alla sua compagna, fra poco più di un mese, viaggerà con la mente,
con gli occhi e con il corpo per andare su quelle strade che si appoggiano alle
pareti di quelle montagne. Le strade che il suo eroe, molti anni prima ha
percorso per avvicinarsi all’inizio di una scalata senza ossigeno, la quale ha
saputo togliere l’ossigeno anche a chi leggeva quelle pagine.</span></span></div>
<div style="margin: 6pt 0cm;">
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"><span style="font-family: "arial";">Partiremo da
Manali Gisella ed io, a bordo di Himma, così si chiamerà la nostra moto che per
questo viaggio sarà una Royal Enfield Himalayan. </span></span></div>
<div style="margin: 6pt 0cm;">
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"><span style="font-family: "arial";">Raggiungeremo Leh
e da quel punto inizieremo a salire, salire sempre più in alto, raggiungendo
gli oltre 5600 metri sul livello del mare.</span></span></div>
<div style="margin: 6pt 0cm;">
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"><span style="font-family: "arial";">L’aria non sarà
rarefatta come quella respirata dall’alpinista mito del ragazzino, ma in
qualche misura vi sarà vicina. </span></span></div>
<div style="margin: 6pt 0cm;">
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"><span style="font-family: "arial";">Le pietre saranno
le stesse, così come le stelle che potremo vedere quando la vera notte ci
salterà addosso lasciando Himma, Gisella ed io da soli nella nostra tenda da
alta montagna.</span></span></div>
<div style="margin: 6pt 0cm;">
<span style="font-family: "arial";">Sfida nella
sfida, Himma non è proprio una di quelle moto che possono essere definite da
corsa…. La sua potenza è di poco superiore ai 20 CV, 24,5 per l’esattezza. Peccato
che questo si riferisca al livello del mare e come tutti sappiamo, il motore
per funzionare ha bisogno di aria. Aria con ossigeno, perché è tutto una
questione di chimica…..</span></div>
<div style="margin: 6pt 0cm;">
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"><span style="font-family: "arial";">La chimica, la
stessa che ci fa sentire le farfalle allo stomaco sapendo che fra poco
partiremo e la stessa che mi fa sorridere quando qualcuno mi chiede se non
siamo un po’ matti o, solo a me dice che sono vecchio.</span></span></div>
<div style="margin: 6pt 0cm;">
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"><span style="font-family: "arial";">Matto io ?</span></span></div>
<div style="margin: 6pt 0cm;">
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"><span style="font-family: "arial";">Matto per me è
chi accetta inerme di non scoprire, di non vedere, di non sentire cosa il mondo
ci regala. Matto è chi nasconde la propria paura travestendola da pigrizia. Matto
è chi si ferma.</span></span><br />
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"><span style="font-family: "arial";">E poi, vecchio io
?</span></span><br />
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"><span style="font-family: "arial";">Non sono vecchio,
sono solo uno che ha tanti ricordi !</span></span></div>
<br />
<div style="margin: 6pt 0cm;">
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"><span style="font-family: "arial";">Seguiteci sulle
strade del tetto del mondo, </span></span><span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"><span style="font-family: "arial";">respireremo poco,
viaggeremo tanto, parleremo il giusto, racconteremo tutto.</span></span></div>
Gianni e Gisellahttp://www.blogger.com/profile/07270018811726435824noreply@blogger.com2